
L’amniocentesi consiste nel prelevare, a partire dalla 16a settimana, una piccola quantità di liquido amniotico, cioè di quel liquido che avvolge e protegge il feto. Nel liquido amniotico è possibile reperire delle cellule cutanee del nascituro. L’analisi di tali cellule consente di diagnosticare il sesso e numerose anomalie cromosomiche congenite o acquisite, anche se non tutte.
In Italia l’esame è obbligatorio per le donne in gravidanza di età superiore ai 35 anni, o per coloro che presentano una storia familiare di anomalie cromosomiche, tra cui, forse la più temuta, la cosiddetta sindrome di Down.
Le complicanze generalmente legate all’amniocentesi sono:
1) L’aumento di circa l’1% della possibilità di aborto,
2) Perdite ematiche,
3) Contrazioni.
Per quel che riguarda la mia esperienza personale, vista la mia età, 27 anni, e la non presenza all’interno della mia storia familiare e di quella del mio compagno, di anomalie cromosomiche, abbiamo deciso di non sottoporre il bimbo/a all’esame dell’amniocentesi.
Ma, su consiglio della mia ginecologa, ho eseguito il test della "Traslucenza nucale", che consiste nella misurazione ecografia dello spessore del tessuto sottocutaneo retronucale del feto. Sulla base di questa misurazione, si riesce a calcolare, su base statistica, il rischiosi anomalie. Il test da una buona sicurezza, ma ovviamente non da una certezza.
In questi mesi di chiacchere dalla ginecologa con altre mamme, corsi, e libri ho avuto modo di conoscere più realtà, tuttavia il comune denominatore che lega la maggior parte delle donne in gravidanza, è l’apprensione, la paura….
Ed è per questo che in molte, nonostante la giovane età i costi elevati, ed indicazioni terapeutiche rassicuranti decidono di sottoporsi al test.
In effetti, il momento particolare della gravidanza, crea in molte di noi brutti pensieri….più volte mi è capitato di svegliarmi nella notte a causa di incubi che vedevano protagonista il mio bambino.
Tuttavia, almeno per quel che mi riguarda ha prevalso la ragione…e nonostante qualche titubanza iniziale adesso, ormai alla 27esima settimana, mi sento serena.
Quello che voglio dire è che fino a pochi anni fa, quando ancora questo esame non esisteva forse tutte queste paure non esistevano.
E una parte della responsabilità di questa cosiddetta “moda”esasperata dell’amniocentesi è dovuta a ginecologi troppo “pressanti”, che spesso creano paure inesistenti.
Occorre perciò, come in tutte le cose, usare il buonsenso, insomma si all’amniocentesi ma in casi di reale necessità, evitando preoccupazioni infondate.