Finalmente un titolo che rende giustizia alla poesia, enucleandone il valore intrinseco: La parola di seta è il titolo della raccolta di interviste fatte a poeti già affermati e a esordienti: lo scrittore, saggista e poeta che si è occupato di questa impresa teutonica è Lorenzo Spurio che con questa titolo mette l’accento sulla fragilità e nello stesso tempo sulla bellezza della parola. Ma non solo, vuole sottolineare la “materialità” della poesia, c’è con lei un rapporto fisico: quello di toccare le parole, di accarezzarle e di sentirne, sotto le dita, la preziosità, la preziosità della seta.
Inoltre, il disegno astratto e coloratissimo che illustra la copertina offre un’immagine reale dell’essenza della poesia: un groviglio di significati e di intenti.
Nella stringata ma esaustiva introduzione, Lorenzo Spurio delinea le direttive d’indagine del suo lavoro mentre nella bella prefazione Sandro Gros-Pietro, con le sue acute osservazioni, sottolinea alcuni interessanti aspetti non solo del libro ma della situazione della poesia e della letteratura in genere.
L’antologia comprende poeti affermati e conosciuti (Corrado Calabrò, Ninnj Di Stefano Busà, Antonio Spagniuolo, Dante Maffia, ecc.) e poeti esordienti (Michela Zanarella, Emanuele Marcuccio, Annamaria Pecoraro e Iuri Lombardi), ma poco importa perché ognuno ha la sua visione della poesia o del poeta che merita di essere conosciuta: quali sono le doti umane del poeta? Quale ne è l’ispirazione? E i momenti di scrittura? Gli autori preferiti? L’ispirazione erotica?
Sono affrontati tutti i temi non solo relativi alla poesia stessa ma connessi alla poesia: il ruolo dei reading e dei critici, i premi letterari, l’editoria, il ruolo dei mass media, le scuole di scrittura creativa, il compito delle riviste, ecc.
La nota singolare e innovativa di queste interviste è quella di poter diffondere le varie interpretazioni sulla Poesia. E per questo in questo percorso viene proposto a ciascun intervistato il commento di alcune liriche scelte anche tra quelle scritte dagli intervistati stessi: la trovo la vera originalità del libro. Un altro merito del libro è che tocca aspetti spesso ignorati: per esempio, la lettura e comprensione di testi in dialetto, il rapporto poesia/cucina, la poesia a quattro mani,
I Poeti si confessano: parlano di ispirazione (l’amore, la natura, l’impegno civile, la città, ecc.), di lavoro faticoso sulle parole, di instancabili letture, di sinergia con altre forme d’arte (musica, pittura, ecc), di correnti italiane e straniere e di generi letterari che più li affascinano, ecc.
Un altro aspetto che emerge dalla lettura di questo libro è il continuo riferimento a Maestri (Machado, Whitman, Sciascia, Plath, Volponi, Govoni, ecc., spesso rivisitati e tolti da un po’ d’oblio, di cui sono proposti testi, riflessioni, citazioni, in modo tale che dalla lettura si esce notevolmente accresciuti in conoscenze e rinnovati nell’anima.
Personalmente devo dire che ho fatto delle belle scoperte. Per esempio, Renato Pigliacampo che, non udente dall’età di dodici anni a causa di una grave forma di meningite, si è occupato di disabilità, con particolare attenzione ai temi dei sordi e ipoacustici, di cui è riconosciuto tra i principali studiosi italiani. Pure privato della facoltà dell’ascolto così importante in poesia di cui una delle caratteristiche principali è la musicalità sa scrivere versi mirabili.