L' ippocampo: tra Storia e Leggenda
Avete mai visto passeggiando sulla spiaggia del mare tra il nero tritume che delimita il segno dell'onda, e le alghe verbi tra i granchi e le stelle marine grigio rosate ,un piccolo panciuto Ippocampo, gettato dalla marea sulla spiaggia e disseccato al sole? Queste strane creature dal muso lungo e appuntito simile ma molto lontano da quello del cavallo con la testa coronata da una sorta di rigida criniera. La lunga coda prensile sono la copia ridotta dei favolosi cavalli dalla coda di pesce che trainavano il cocchio di Nettuno. Meno appariscenti ma altrettanto strani e soprattutto molto più reali. Chi volesse osservare la fauna dei bassi fondali marini lungo le coste sabbiose dell' Adriatico o fra l'intrigo di alghe degli scogli dello Ionio vedrebbe a tratti piccoli gruppi di delicati ippocampi nuotare verticalmente a mezz'acqua uno dietro all'altro. Oppure li vedrebbe i mobili ancorati per la coda ritorta attorno al fusto azzurrognolo di una lega con le brevi pinne pettorali agitate da un lieve movimento con la gran pinna dorsale tutta aperta e percepire il minimo tremolio dell'acqua. Essi sono lunghi fino a 15 cm e hanno il corpo protetto da un sottile pieghevole corazza fatta di scudetti o sei articolati fra di loro. Il maschio differisce dalla femmina per una piccola tasca che Soreca sull'addome molto simile a marsupio del canguro che nel tempo della cova contiene le uova deposte dalla femmina. È uno dei primi esempi di cura della prole che la natura ci offre per esempio che dimostra la superiorità del cavalluccio marino sul Teleostei che invece la abbandonano. Le nostre coste sono frequenti i due tipi di hippocampus , ambo due piuttosto piccoli di colore grigio azzurrognolo buoni nuotatori pur quanto non si spingano mai verso l'alto mare. Se vi capiterà di trovarvi sulla riva del mare mentre un gruppo di pescatori sta trascinando arriva la grande sacca della sciabica cercate tra le maglie delle reti, i piccoli ippocampi ancora palpitanti di vita subacquea. E mentre li tenete tra le dita osservando nella lunga bocca tubulare e contenendo le violente spezzate della coda pensate che questi strani pesciolini sono esseri leggendari emersi dalla superficie del profondo mare in silenzio.
Autore : Gelsomina Aliperti
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