Il Gatto dei Ba-Ronga
Nel suo meraviglioso libro “Il Ramo d’Oro”, James Frazer, nel capitolo 2 intitolato “L’anima eterna dei racconti popolari", riporta una fiaba dei Ba-Ronga (un’etnia del Sudafrica) in cui si narra come le vite di un intero villaggio fossero racchiuse nel corpo di un gatto…
Quando una delle figlie del capo tribù si sposò, volle a tutti i costi portare nella nuova casa il gatto del villaggio. I genitori sapevano bene che nel felino erano racchiuse tutte le vite e si opposero alla decisione della figlia. Alla fine però Titishan, questo era il nome della fanciulla, la spuntò portando con sé il gatto nascondendolo al marito. Un giorno, quando la ragazza si trovava al lavoro nei campi, il gatto fuggì dal suo nascondiglio, entrò nella capanna e, per fare uno scherzo, indossò l’equipaggiamento da guerra dello sposo, mettendosi a ballare e cantare. Alcuni bambini delle capanne vicine, sentendo tanto trambusto, corsero a vedere cosa stesse accadendo e scoprirono, con grande sorpresa, che il gatto faceva salti altissimi e capriole, ballando e cantando a squarciagola.
Completamente affascinati, i bambini chiesero di poter partecipare al gioco. Ricevuto un diniego, corsero allora a chiamare lo sposo che, colto da grande paura, lo uccise…
Nello stesso istante Titishan cadde a terra moribonda. Il marito, disperato, avvolse il corpo del gatto morto in una stuoia e lo portò al paese natìo insieme alla moglie.
Quando i parenti videro la giovane sposa moribonda, la rimproverarono aspramente per non aver voluto ascoltare i saggi consigli che le erano stati dati, ma alla vista della stuoia contenente il gatto morto caddero tutti esanimi uno dopo l’altro; fu così che perì tutto il Clan del Gatto.
Il marito, che era rimasto illeso, chiuse il cancello del villaggio con un ramo di palma e, tornando a casa, raccontò a tutti come, uccidendo il felino, si fosse estinta tutta la tribù della sua sposa.