E’ ancora buio fuori, una giovane donna, Pilar, sveglia il suo bambino che ancora dorme, raccoglie la borsa ed esce di casa.
Solo fuori, sull’autobus si accorge che, per la fretta, si è dimenticata di mettersi le scarpe e porta ancora le pantofole.
E’ agitata, piena di paura ma, per la prima volta, dopo tanto tempo, ha trovato il coraggio e la forza di chiudere dietro di sé la porta di casa e di lasciare Antonio, il marito violento che da anni la fa tremare di paura, soffocando ogni suo desiderio di ‘essere’.
E’ una donna annientata, annichilita che non ha potuto fare altro che soffocare ogni suo bisogno di vivere.
Questo è un film sulla violenza domestica, sul silenzio doloroso delle donne che per paura e per ‘amore‘ non trovano la forza di reagire e di dire basta per poter riprendersi una vita rubata fin dai primi anni del matrimonio.
Il film è scritto e diretto da Iciar Bollain, una regista spagnola ed è la sua opera prima, molto premiata al Festival di San Sebastian nel 2003.
La stessa regista scrive che nel girare il film la sua più grande preoccupazione era che fosse chiara la differenza che passa tra capire e giustificare chi è violento.
Capire è necessario, giustificare inaccettabile.
Ti do i miei occhi è un film che inquieta e segna nel profondo, impossibile dimenticare lo sguardo di Pilar, donna forte e fragile insieme, che, solo quando riesce finalmente a ’vedere’ se stessa e il marito, per la prima volta, riesce anche a trovare la forza per liberarsi e tornare a vivere.