Non abbiamo mai parlato su Donnissima.it del caso di Veronica Panarello e di Loris Stival, il bimbo morto per soffocamento causato da fascette per elettricista e in seguito gettato in un canale in località Santa Croce Camerina, Agrigento.
I motivi sono molteplici: il primo è che gli esami definitivi dell'autopsia e la perizia psichiatrica della principale indagata, la mamma, ancora in carcere, per decisione della Cassazione, non erano ancora completi.
Le ipotesi che si sono susseguite in seguito a testimonianze e dichiarazioni fuori dal contesto ufficiale sono spesso in contraddizione e non portano a certezze relativamente buone.
Di tutte le ipotesi però pare attualmente essere accreditata prima di tutto quella che colloca l'orario del decesso del bambino e la causa, principalmente, le due perizie infatti concordano che il bimbo sia morto per soffocamento.
Gli elementi che sono stati rinvenuti in casa che sono collegati alla mattina dell'accaduto: la cintura e le forbici, sono tutt'ora in esame, non è certo stabilire il motivo per cui le forbici siano state usate, presumibilmente per rimuovere le fascette, poiché dalla mamma non vi sono dichiarazioni ancora attendibili che possano portare a descrivere il momento della morte del bambino.
L'avvocato della difesa, però, ha dimostrato di aver accreditato l'ipotesi, ora scartata, di un decesso avvenuto in orario diverso, un fatto che avrebbe garantito un completo alibi alla ragazza, alibi ora caduto.
Della perizia psichiatrica poche certezze: sono emersi due tentativi di suicidio da parte di Veronica negli anni precedenti la morte di Loris e successivi la nascita del secondogenito Diego; una generale situazione negativa, economica, famigliare e psicologica, aggravata dalla depressione ciclica della donna. Il suo psichiatra ha dimesso l'incarico e si stanno svolgendo le nuove perizie su genitorialità e stato psicofisico di mamma e bambino proprio in questi giorni.
Ad aggravare la situazione chiarificatrice le dichiarazioni contraddittorie dei famigliari e il ruolo, obbligato, da parte del legale: Veronica, in ogni modo, dovrà chiedere il divorzio dal marito, per difendere la genitorialità di lui nel caso di colpevolezza.
In questo quadro confuso, però, alcune certezze: se la mamma di Loris avesse attraversato una reale difficoltà psichica il quadro famigliare emerso conferma il suo completo isolamento dalla famiglia, quindi, se sofferente, sola.
Su tale situazione le ipotesi che sconfinano dalle manie persecutorie di lei a un eventuale reale pericolo incombente, che trova sfogo in sporadiche dichiarazioni che gli inquirenti stanno vagliando: un personaggio non ancora identificato che avrebbe avvicinato Loris, una situazione poco chiara di rapporti difficili tra alcuni conoscenti della famiglia.
Nonostante le numerose dichiarazioni in merito non è stata esclusa l'ipotesi dell'incidente di gioco, un gioco che potrebbe essere finito in tragedia, con o senza la consapevolezza e la presenza della mamma di Loris. Una posizione che è parzialmente considerata dal padre di Loris, il quale ha più volte chiesto a Veronica di valutare l'incidente, frenando le accuse verso ignoti.
Le ultime dichiarazioni del medico di Veronica, che si è sempre paragonata al figlio, la quale dichiara che il figlio avesse i suoi stessi sintomi di sofferenza, questo èquanto avrebbe detto ieri in interrogatorio al PM, con lei sofferente e stremata, che chiede la morte al posto del figlio, potrebbero accreditare l'ipotesi di una tragedia avvenuta per incoscienza, nonostante Veronica abbia però rettificato e smentito le precedenti versioni, il che fa presumere che a breve potrebbero esserci le dichiarazioni definitive, e vere, relativamente alla ricostruzione dei fatti di quella mattina in provincia di Agrigento.
Dall'incidente, alla vendetta, allo sfogo psichico non ancora somatizzato, tutte le strade ancora aperte sul caso tendono a sottolineare come in via generale Veronica avesse la tendenza di sfogare le frustrazioni con azioni colpevolizzanti per difendersi nella sua fragilità, non ultima la consegna delle fascette alle maestre, che accrediterebbe ciò, ma certamente questo non è sufficiente per determinare se si tratti di omicidio volontario, premeditato o di incidente.