Dal 2030 su Marte potremmo insediarci biologicamente?
Dal 2030 su Marte potremmo insediarci biologicamente?
Primo Viaggio Su Marte: la canzone l'abbiamo cantata tutti, prodotta e scritta da Gianluca Grignani negli anni Novanta, presumeva un certo ottimismo, che però, di fatto, resta ancora una bella supposizione di fantasia. Mentre AstroSamantha rientra dalla Stazione Spaziale dopo aver ottenuto il primato di prima donna ad essere stata nello spazio per oltre i sei mesi di routine, entrando quindi negli annali della NASA e del registro Astronauti italiani e internazionali, per quanto concerne la Missione Marte le cose non stanno invece procedendo con la stessa felicità. Siete al corrente delle sperimentazioni per Marte? Ve ne parliamo subito: alle Hawaii, luogo incontaminato, o quasi, del pianeta, sogno di mete romantiche, qualcosa sta accadendo. La NASA sta sperimentando infatti un'operazione di sopravvivenza psicologica in luogo ameno, per dare modo agli astronauti che dovrebbero partire verso Marte nel 2030 di provare l'isolamento sul pianeta rosso. Quattro mesi di isolamento sotto una cupola nei pressi di un vulcano, il primo step delle sperimentazioni, quello andato bene. La seconda sperimentazione riguarda invece l'atterraggio con i paracadute, per arrivare su Marte, dove le condizioni di atmosfera e la composizione dello spazio aereo è chimicamente molto diversa da quella della terra. La speranza della missione sarebbe quella di riuscire a creare un'ipotesi di vita, con strutture tecnologiche che consentano la ricostruzione di una microatmosfera sul pianeta, recuperando quelle macchie che sono state studiate come di possibile presenza di umidità. Le prime due missioni di lancio sperimentale sono andate malissimo: 150 milioni di dollari cadauna, hanno visto nel primo caso la distruzione in volo e nel secondo caso il lancio ma non l'apertura dei paracadute nel contatto con l'atmosfera in situazione simile a quella che si presume per un atterraggio su Marte. Dunque gli astronauti sono pronti, ma a livello di tecnologia non è ancora possibile atterrare sul pianeta, senza morire, chiaramente o perdersi in volo. Stupisce dunque questo grande interessamento alla colonizzazione spaziale di Marte: A Kauai la US NAVY Station sono molto ottimisti per il terzo e ultimo tentativo, forte delle esperienze precedenti, il paracadute viaggia a 4.4 volte la velocità del suono e dovrebbe servire per arrivare su Marte incolumi. Il progetto di sperimentazione della Vita biologica su Marte, a mezzo di "serre spaziali" che consentano il ciclo atmosferico, sono pronte, il problema, pare, è solo quello di riuscire a portarcele e insediarsi. Ma in questo periodo storico è davvero una priorità?
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