Secondo il Rapporto AlmaLaurea 2024, a un anno dalla laurea, il 38,1% dei laureati di primo livello e il 32,9% dei laureati di secondo livello accetterebbe una retribuzione non superiore a 1.250 euro, con un calo rispetto al 2022. Il numero dei laureati in Italia si aggira sul 20% della popolazione, un dato molto inferiore alla media europea, ma non solo, la maggior parte dei nostri laureati accetterebbe una proposta di lavoro, anche a tempo indeterminato, all'estero, un fatto che ci accomuna a altri paesi europei meno ricchi.

La retribuzione mensile netta media a un anno dalla laurea è di 1.384 euro per i laureati di primo livello e di 1.432 euro per quelli di secondo livello. A cinque anni dalla laurea, queste cifre salgono rispettivamente a 1.706 euro e 1.768 euro. Il 90,5% dei laureati si dichiara soddisfatto del corso di studi scelto, un aumento rispetto all’86% del 2013.

I corsi di studio, negli ultimi 10 anni, si sono sempre più diversificati, con un'offerta formativa davvero interessante, tanto che è difficile sostenere che non esistano lauree per specifiche professioni, o che le nostre lauree siano generiche e non adeguate.

I laureati italiani sono sempre più propensi a cercare opportunità lavorative all’estero, dove le retribuzioni sono significativamente più alte. A un anno dalla laurea, i laureati di secondo livello che lavorano all’estero guadagnano in media 2.174 euro mensili netti, un 56,1% in più rispetto a chi rimane in Italia. Il problema degli stipendi italiani, tuttavia, riguarda anche diplomati e professioni non qualificate, poiché rispetto alla media europea i nostri stipendi sono abissalmente inferiori e ancora ad oggi, in talune circostanze, persistono ulteriori differenze tra i maschi e le femmine. MC