Solo in Italia, un’altissima percentuale della popolazione combatte quotidianamente con problemi dovuti al malfunzionamento della tiroide (ghiandola posta sotto la gola che produce ormoni tiroidei, fondamentali per la salute ed il benessere dell’organismo), il quale, nella maggior parte dei casi, può essere risolto o assumendo, vita natural durante, farmaci appositi, oppure asportando definitivamente tale ghiandola. Questo fino a poco tempo fa.
Attualmente è in fase di sperimentazione un nuovo tipo di proposta chirurgica, che prevede sì l’asportazione della tiroide, ma momentanea, esclusivamente per poterla curare e repentinamente reimpiantare nel paziente.
Tale procedimento permetterà la riduzione o l’annullamento totale della somministrazione di medicinali per il mantenimento post operatorio.
Quindi il primo passo prevede l’asportazione della ghiandola mediante tecnica mininvasiva detta “Mivat”, caratterizzata dall’utilizzo di strumenti chirurgici miniaturizzati e di una piccola telecamera con funzione direzionale.
Poi la tiroide asportata viene analizzata, nel minor tempo possibile, da un medico specializzato, l’anatomopatologo, per assicurare un suo celere reimpianto.
Quest’ultimo avverrà in maniera molto meno invasiva del primo intervento, in quanto si è provato che non è necessario reinserire la tiroide al proprio posto! Le zone valutate migliori infatti sono altre: quella sub ascellare o quella posteriore alla nuca.
In generale, entrambe le operazioni potranno essere eseguite in anestesia locale e già si è dimostrato che provocano al soggetto fastidi minimi, sicuramente sopportabili pensando all’enorme risultato che si potrà ottenere!