Il caffellatte della portiera
Il caffellatte della portiera
Cucina letteraria

Colette: “Mi piace essere golosa”

Il caffellatte della portiera

Il “caffellatte della portiera” di cui si parla in Chéri ha destato molte curiosità, che ho lasciato – è proprio la parola giusta – insoddisfatte. Ma posso avere sgreti per “Marie-Claire”? Una portiera, in effetti, divenuta donna delle pulizie, una volta mi diede la ricetta per una prima colazione ideale a scacciare i brividi dei mattini d’inverno.
Prendere una terrina - quella piccola da portata per le zuppe gratinate, o una grossa scodella in terracotta – versatevi il caffellatte, zuccherato e dosato a vostro piacimento. Preparate delle belle fette di pane – pane casareccio, il pane in cassetta non è adatto - imburratele abbondantemente e adagiatele sul caffellatte che non deve, però, sommergerle. Non vi resta che mettere il tutto nel forno, da cui tirerete fuori la vostra colazione solo quando sarà dorata, imbrunita, croccante, e scoppiettante qui e lì in grosse bolle untuose.
Prima di affondare la vostra zattera di pane abbrustolito, gettatevi sopra un velo di sale. Il sale esalta lo zucchero, lo zucchero salato appena, ecco un altro grande principio ignorato in molti dessert e dalla pasticceria parigina, che rende tutto piatto dimenticando un pizzico di sale (…).

Fausta Genziana Le Piane

Colette, Mi piace essere golosa, Voland, 2014
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