Il bisogno di conservare i cibi è molto antico, perché da sempre si è presentato il problema di conservare i prodotti che erano particolarmente abbondanti in un certo periodo dell’anno, per poterli utilizzare nei periodi di minore disponibilità, o quello di poter trasportare un prodotto tipico di una zona in un’altra, lontana, che ne era priva.
Nacquero così le antiche tecniche dell’essiccazione, dell’affumicatura, della salatura e, col passare dei secoli, si è giunti ai metodi in uso ai nostri giorni che hanno lo scopo di conservare gli alimenti lasciandone inalterate le caratteristiche.
Si possono distinguere due gruppi di metodi fondamentali per la conservazione degli alimenti:
● i primi sono basati su procedimenti fisici, come la conservazione con il freddo, con il calore, l’essiccazione;
● i secondi si basano su procedimenti chimici, come la conservazione con l’aceto, il sale, l’olio, lo zucchero, l’alcol, e la conservazione con metodi artificiali.
La conservazione domestica dei cibi viene fatta in tre modi diversi:
● in dispensa, a temperatura ambiente, per gli alimenti non deperibili, come la pasta, il riso, l’olio, lo scatolame;
● in frigorifero, per gli alimenti freschi come la carne, il pesce, le verdure, il latte fresco;
● nel freezer, per gli alimenti surgelati.