Capita spesso di sentirsi sprecati, soprattutto sul lavoro. In fondo le statistiche parlano chiaro: siamo una popolazione di laureati e disoccupati. I primi di numero inferiore ai secondi, ma il succo è quello. Come esci dall’università non hai scelta: vorresti lavorare, anche per alleviare le fatiche dalle spalle dei genitori, ma al tempo stesso non puoi perché nessuno offre nulla per te e allora senti l’esigenza di specializzarti.
Una sensazione molto forte che non fa che smontarti, stringi i denti, dopo tutta la corsa ad ostacoli in cui hanno trasformato il percorso di studi universitario e al tempo stesso ti guardi intorno speranzoso.
Finisce anche il master, il corso di specializzazione post laurea e sei di nuovo lì, che non è un bivio è semplicemente un punto in cui da una parte hai il nulla, dall’altra la “formazione”, ancora la formazione e lo studio.
Arrivi ad alti livelli e a quel punto non ce la fai davvero più e allora cominci ad accontentarti di qualsiasi cosa e dentro di te pensi a tutti i soldi spesi e al fatto che le tue competenze stiano facendo le ragnatele dentro di te e ti fa male. Ti senti umiliato nei confronti di chi ha fatto dei sacrifici per farti studiare, umiliato verso chi ti è accanto e sempre di cattivo umore.
L’unica soluzione per molti è fuggire e forse hanno ragione loro, che sentono questa forza e non si lasciano mettere i piedi in testa da un sistema mortificante che ci vuole tutti senza emozioni, semplici ingranaggi di un mondo sbagliato.
Ph. Internet