Mi sono sempre chiesta se mia sorella avrebbe davvero voluto giocare con me alle Barbie, ogni pomeriggio era li seduta sulla sedia, davanti alla scrivania…La scuola la impegnava molto, mia sorella era molto brava a scuola…Non bussavo nemmeno più, entravo direttamente nella stanza e la sentivo leggere, ripetere a voce alta e così…Il tempo e l’orario a cui avevo chiesto a lei se voleva stare con me…Passava indifferente, capivo per quanto a malincuore, che quei giochi insieme non li avremmo mai “giocati” e che sarebbe stato sempre così perché il tempo per me non c’era mai…
C’era il tempo da dedicare alle interrogazioni studiando, c’era il tempo per le correzioni dei compiti di inglese che mia sorella sottoponeva a mia madre quando tornava da lavoro, c’era il tempo per preoccuparsi dei voti e quello per pranzare ogni giorno…Ma…Il tempo dedicato a me era quello legato ai compiti…O…a quanto fossi distratta, a quanto gli altri avessero qualcosa in più…Ricordo solo un evento in cui il mio carattere sembrava essere apprezzato…Dico bene, “sembrava”…
Mia sorella era in ansia per i voti che avrebbe avuto sulla pagella e io spensierata le dissi che non doveva preoccuparsi…Al solito, io passavo per quella “superficiale”….
Come si può credere in se stessi se ogni volta che sei te stesso devi essere giudicato?
Se mi avessero dato il tempo di crescere e si fossero presi la briga di ascoltarmi… (troppo difficile da fare evidentemente) avrebbero capito che anche io non ero molto diversa da mia sorella in merito ai criteri di valutazione dei professori!