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Prigione di Libertà
Prigione di Libertà
Non so perché, ad intervalli regolari nel tempo, senta l’assurdo e irrefrenabile impulso di cambiare radicalmente la mia vita, o almeno di averne l’illusione !
E’ come se ogni singolo frammento della mia esistenza debba inesorabilmente spostarsi all’interno di quella che può essere la vaga impronta delle mie priorità; ogni tassello del mio puzzle si posiziona casualmente, per poi ritrovarsi pienamente soddisfatto dello spazio che, per puro caso, è andato ad occupare.
A guardarlo dall’esterno si direbbe un bel disegno, un meraviglioso quadro astratto ma, nel giro di poco tempo, ci si accorge che i pezzi non combaciano più, o meglio che non hanno mai combaciato tra loro, in quel confuso e sciocco posizionarsi.
Così, anche oggi, sento che qualcosa si muove lentamente dentro di me e mi rendo conto di come quel meraviglioso quanto odiato processo sia già stato innescato, lasciandomi come unica scelta quella di sperare di uscirne senza troppi lividi !
Anche oggi, come in molte altre occasioni dei miei 20 anni, mi ritrovo a scrivere su di un diario, un’agenda, un quaderno …non è importante, ma pur sempre a scrivere, quasi a testimoniare il mio nuovo tentativo di rivoluzione.
Come sono stupida…tra qualche anno sorriderò leggendo queste righe !
Ancora ricordo la prima pagina di quello che avrebbe dovuto essere il cambiamento radicale di due anni fà e che invece mi ha portato oggi, qui, in questo aeroporto a ricredermi su tutto e tutti.
Credo cominciasse così, con quel tipico tono tragico, quasi patetico che mi piace utilizzare in queste occasioni:
“Dicono si chiami adolescenza questa strana inquietudine che ci portiamo dentro ma cosa sia esattamente o quando finisca nessuno sa dirlo con precisione.
A dire il vero sono poche le persone che l’attraversano realmente, alcuni si limitano a costeggiarla mentre io… credo di esserci caduta dentro senza più riuscire a trovare l’uscita di sicurezza !
La mia vita non accenna a cambiare, come se la confusione e la sofferenza fossero sentimenti piacevoli; o forse non si tratta dell’età, forse tutto risale ad un lontano incontro, un caso fortuito che mi ha portato tra le braccia di un angelo che mi ha dato la vita, di un diavolo che me l’ ha dannata…”
Oh no ! Ancora con questa storia !
Credo che i miei amici abbiano dovuto impegnarsi sul serio per non uccidermi alla miliardesima volta che parlavo di quel maledetto episodio !
E comunque ogni volta è lo stesso monotono rituale : mi piango addosso, analizzo la mia esistenza, parlo di Lui e poi, come per magia, vedo il futuro, i mille progetti, i grandi cambiamenti che mi si prospettano e ritrovo la serenità nel mio nuovo, familiare modo di vivere.
Ma stavolta è diverso…!
Si, lo so che l’ ho detto anche l’ultima volta, ma so riconoscere quando c’è qualcosa dietro l’angolo…in fondo è la mia vita!
Solo ora, mentre sono in lotta con me stessa, prima che cominci a prendermi a pugni da sola e mi metta ad urlare in mezzo alla gente attonita, mi rendo conto di quanto sia grande questo aeroporto e di quanto abbia bisogno di scrivere su questi pochi fogli .
Non ho sonno.
So che dovrei dormire, che una notte passata qua dentro non è facile da sopportare e che sono solo le due, ma voglio stare sveglia a disegnare il soffitto di vetro nel suo groviglio di supporti bianchi, ad ascoltare ogni rumore, ad interpretare ogni silenzio e riportarlo sul mio diario.
Non vorrei partire; mi piacerebbe restare a Londra ma sapevo che si trattava semplicemente di una vacanza, di un oasi in questo frenetico semestre di esami.
Pazienza; ma tornerò !
Ho perfino comprato un salvadanaio a forma di cabina telefonica per riporre i pochi spiccioli che posso mettere da parte, promettendomi di ripartire quando sarà pieno.
Povera illusa !
Ma io sono così, sono inconsistente, fatta della stessa sostanza dei sogni.
Uno strano rumore interrompe bruscamente i mie pensieri; subito precipito lo sguardo contemporaneamente in ogni angolo dell’aeroporto alla disperata ricerca di qualcosa che movimenti la serata, o forse dovrei dire la mattinata ormai ?
Guardo l’ora…sono le quattro.
Ma perché il tempo non passa mai?
E’ strano; sono stanca,quasi distrutta, ma sono felice anche se sto tornando a casa, anche se non vorrei prendere quel maledetto aereo, anche se l’unica cosa che ho ingerito nelle ultime dodici ore è stata una specie di bignè all’amarena e un bicchiere enorme di caffè ( se così si può chiamare a Londra !).
Improvvisamente vedo la mia vita a partire da domani…
…vedo la mia stanza…entrando sento un profumo meraviglioso, non so dire di che essenza si tratti, non è uno di quei profumi per la casa che si trovano sugli scaffali di un supermercato, ma non è neanche un odore intenso come l’incenso, la lavanda…è qualcosa che pervade l’intera stanza pur restando quasi impercettibile, assomiglia al sapore che ci lascia in bocca la prima giornata di primavera.
La camera è in ordine, perfino il letto è perfetto nella sua coperta arancione e i cuscini che sfumano dal rosso al giallo; ho sempre desiderato un letto così, assomiglia a quelli che si trovano nelle riviste !
Ma c’è qualcosa fuori posto.
In un disordine perfetto noto la mia scrivania in legno coperta solo per metà da un telo che agli occhi di chiunque sembrerebbe uno straccio sporco da buttare ma che per me rappresenta il dipinto della mia vita. Sopra di esso i miei colori e i miei pennelli.
Ma…dov’è il mio piccolo capolavoro? Eccolo li, sul cavalletto…
A proposito - penso - devo comprare dei pennelli nuovi e soprattutto devo trovare il tempo di disegnare un po’ ; è da così tanto tempo che non lo faccio, troppo tempo !
Ora però non è importante, non al punto di interrompere questa meravigliosa visione!
Mi siedo e accarezzo con lo sguardo le matite in ordine al loro posto e la carta da lettere colorata e ordinata da un meraviglioso, pallido nastro.
Vedo i fogli già scritti, pronti, ripiegati nelle proprie buste con impressi gli indirizzi delle mie amiche lontane…devo ricordarmi di imbucarle questa volta !
Ma è strano…manca qualcosa…ah ecco i miei libri! Sono così tanti !
Mi sento insolitamente fiduciosa e in questo istante sono certa di riuscire a preparare i quattro esami che non saprei sostenere neanche in sei mesi di duro lavoro.
La musica è perfetta, c’è solo una strana sensazione, come se qualcosa stonasse in tutto ciò; anzi, meglio ancora, come se qualcosa mancasse all’appello; ma no…improvvisamente sento una strana voglia di sorridere un po’ di felicità e un po’ di me stessa nello scoprire,sul comodino, il mio nuovo lucidalabbra; è da tanto che ne desideravo uno di quel colore ma non avevo mai il tempo di comprarlo !
Almeno adesso potrò metterlo in borsetta senza che si appiccichi ad ogni cosa come il precedente, ormai rovinato nella confezione, anche se ancora pieno.
Sorrido ancora, ma stavolta con un po’ di malinconia perché quel lucidalabbra è così simile alla mia vita ancora piena di cose ma inutilizzabile ; non sono stata in grado di averne cura e, ora che la sua custodia ormai lacerata ne lascia uscire quel che di buono poteva esserci, pretendo di gettarla via senza averla vissuta fino in fondo, pensando di poterne avere una nuova in cambio come se potessi acquistarla domani in un qualsiasi negozio e magari anche ad un prezzo accettabile !
Forse dovrei ricucire quel che ne rimane, chiudere le ferite e avere il coraggio di portarla avanti così come io l’ ho creata ma è difficile rinunciare a questo ora che tutto è al proprio posto, ora che il puzzle è completo; in fondo devo solo riempire questa stanza di persone fantastiche e non mancherà più nulla ( a parte il mio cane ovviamente !).
Ad un tratto vengo presa completamente da un’idea e mi chiedo se non sia stata un po’ troppo severa con me stessa.
In fondo non sto gettando tutto il mio passato, voglio solo ricominciare, non necessariamente da zero, cambiare !
Improvvisamente ritrovo lo stupore per una nuova serenità stranamente esplosa al pensiero di riuscire ad aggiustare quel lucidalabbra con un po’ di scotch !
Sono quasi al culmine dell’entusiasmo per aver addirittura trovato il modo di risparmiare i soldi per cose ben più importanti come i miei colori, quando una luce lampeggia in un angolo remoto del mio cervello…non si tratta degli schermi con le partenze, né dei neon che mi impediscono di dormire; è la parte di me da sempre ancorata a terra che pazientemente cerca di farmi notare l’evidente vuoto che tanto stona all’interno del quadro felice che mi sono costruita con cura!
Faccio perfino fatica a scriverlo, detesto ammetterlo e non voglio dirlo !
Posso vivere in armonia e serenità da sola, senza un uomo accanto.
Oh no…l’ ho detto; ci cado ogni volta come una sciocca !
Almeno stavolta non parlo di Lui .
Mentre mi complimento con me stessa per il passo avanti non indifferente, ritrovo una sicurezza che credevo di aver perso con il mio primo mazzo di chiavi; assumo un tono fiero, quasi severo e ripeto silenziosamente a me stessa:
“Non lo farò” .
Non lascerò entrare questo stupido pensiero nella mia stanza da sogno; non oggi, non ora !
Perché oggi voglio che sia così.
Perché oggi voglio che sia tra mille persone, in questa prigione di libertà chiamata aeroporto, dove si è costretti ad aspettare e riflettere mentre si attende di andare senza limiti o costrizioni.
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