Il valzer della scopa suona sempre
Da un angolo all’altro,
alternandosi agli acuti nervosi
del “mocho” sfilacciato,
intanto che la cascata della lavatrice
borbotta parole di schiuma.
Carezze di aria fresca entrano briose
A solleticare il piumino capriccioso
Nei vortici allegri di polvere.
I panni si stendono al sole
Mentre i merli fischiettano barzellette
Ridendo ai piccioni.
Il telefono squilla, solare e simpatico,
mentre la melodia casalinga respira
note di relax.
Il breve singhiozzo della chiave
Nella serratura è l’accordo di un nostalgico
Violoncello: qualcuno ritorna
E la mia orchestra ripone
I suoi strumenti nel fodero.