Poesie e racconti: Poesie · Racconti · Riflessioni · Storie di donne
Specchio
Specchio
Sara camminava sul marciapiede e guardava il mare.
Gli scogli grigi si estendevano sotto i suoi occhi che dopo pochi metri si lasciavano inghiottire dall'acqua salata e plumbea.
Lei si abbandonava senza sforzo, quegli occhi neri che non trovavano mai un solo istante di pace. Li lasciava liberi di viaggiare sulle onde d'acciaio che si riversavano sul cemento d'asfalto misto alla pietra degli scogli.
Sara in piedi guardava questo spettacolo immobile come il suo cuore, immobile.
Ma questo stato di apparente immobilità nascondeva un tumulto di vortici, abissi, valli e pianure mai esplorate.
Lei ascoltava a tratti quella sua musica interiore, ma non sapeva darle un nome, guardava quel paesaggio in tempesta e non poteva fermarlo, neanche con la sua mente, tale era forte ed indipendente. Il mare così dagli occhi le entrava fino al cuore e lì si muoveva senza poter uscire.
Lentamente quell'acqua salata cominciò a fuoriuscire da dove era entrata e gli occhi neri di Sara diventavano rossi, come rossa era la palla del sole che si apprestava a lavarsi nel mare.
Ogni lacrima che le scendeva bagnandole la pelle conteneva un volto, scolpito nei suoi colori, contenuto in una bolla di liquido che presto seccava, asciugato dal vento.
Volti amati,lineamenti che Sara amava.
Persone, uomini che avevano ognuno un pezzo del suo cuore. Più grigi erano i visi del passato, grigi ma non per questo meno presenti. Tra tutti, c'era qualcuno che il pezzo di cuore glielo aveva ridato, magari un po' rovinato, screziato, altri, la maggior parte lo avevano tenuto con sé, forse per ricordo o per vendetta, per avarizia o per semplice dimenticanza.
Sara non pensava a questo, il suo cuore era grande e lei non badava mai a quanto ne donava; ora però era stanca, le ultime ferite pesavano troppo su quel pezzo di carne che a malapena riusciva a tenersi unito, rischiando di esplodere da un momento all'altro.
Il mare con le sue creste le bisbigliava consigli muti.
Sara sapeva che doveva cambiare la sua vita, la sua mente ed il suo corpo erano ora di fronte ad un bivio, due strade le si presentavano agli occhi, due strade.
Poteva continuare a percorrere l'esistenza con gli stessi passi che da quando era nata teneva legati insieme dietro di sé, o cambiare, con un salto parabolico piombare su di un altro cammino che le girava intorno alla testa,chiamandola in silenzio.
Quest'ultimo era il cammino della chiarezza, o meglio della rottura di quella cripticità dei suoi pensieri, delle sue emozioni e dei suoi sogni.
Sara, infondo, non aveva molta scelta; i suoi passi erano divenuti troppo pesanti, la sua testa era implosa in una nebulosa di immagini riflessi che la mente proiettava senza sosta e pietà.
Cosa mancava, cosa era successo, cosa aveva dato vita a quell' ingranaggio mostruoso che le si muoveva fra le orecchie.
La delusione, ancora una volta "la caduta" che da quel mondo di colori e cristalli l'aveva trascinata nella quotidiana e scura vita…vita che è diversa, troppo, da come noi ce la immaginiamo.Ma questo Sara lo aveva sempre sospettato, la cosa che ancora non aveva scorto con occhi aperti era il fatto che anche le persone sono estremamente differenti da come noi le vediamo o le vogliamo vedere.
La sua scoperta, non si fermo a ciò; improvvisamente la ragazza capì che in realtà lei stessa era diversa da quello che credeva di essere.
Fu questa la realizzazione che la sconvolse completamente.
Una sfera illuminata da un sottile fascio di luce che la legava al mondo, circondata da un buio imperscrutabile e denso.
Questo era Sara.
Sentì dentro se la voglia di osservare la propria immagine riflessa, all'improvviso si guardò, il vento era il suo specchio.
Così fra i rumori di una sera imminente, Sara, forse per la prima volta nella sua vita si stava guardando, conoscendo.
Si vedeva muovere, scorgeva gli occhi neri e le ciglia chiudersi per poi riaprirsi. Ogni movimento istantaneo, in quell' immagine sdoppiata, viveva con una lentezza estrema.
Sara non sapeva se quel sé apparso così inavvertitamente ed inevitabilmente, le piaceva ... A dire il vero le creava qualche problema.
Usciva da tutti i suoi schemi conosciuti, da quegli schemi che aveva rifiutato perché imposti dal tempo e dalla società, ma anche da quelli che lei stessa aveva scelto o almeno così aveva creduto.
NO, era diversa pur se nei contorni della sua anima riconosceva qualche linea a lei famigliare. Non riusciva a definire quel suo nuovo essere, così impudicamente uscito allo scoperto… non poteva non vederlo!
Sara aveva paura. Questa paura si alternava a momenti di gioia, seguiti da profonde angosce , ma anche il sentimento di ansia e ,malinconia era diverso ,più profondo.
Più il suo osservare continuava, più la paura agonizzava, moriva prendendo forme diverse. Il mare rifletteva raggi di luna e di stella, gli scogli erano stati inglobati dalla notte.
L' immagine di Sara era stata portata via dal vento.
La ragazza si trovò con gli occhi verso il cielo di stelle. Ogni stella le ricordava la sua scoperta, la luna le accarezzava il cuore stanco e tramortito. Con una mano di altri le accarezzava la pelle, solo gli occhi della notte incrociavano il suo sguardo. Volti amati, dormivano in un letto chiuso in fondo al cuore di Sara, che li osservava come si osserva un treno che passa accanto alla nostra finestra, di notte.
Sara capì in un istante di essere sola.
La solitudine la teneva per mano, una compagnia silenziosa ma profondamente consigliera. La ragazza capì che cercava proprio lei, quella solitudine che l'aveva impaurita per il suo arrivo così repentino e violento ora non le creava grandi problemi.
Non era consolazione era semplicemente dolce e faticosa consapevolezza di essere sola. Questa profonda solitudine posatalesi in mano, era l'unica presenza desiderata, l'unico corpo d'amante che voleva toccare.
Sara chiuse gli occhi ed ingoiò il mare e la luna ivi riflessa cominciò a camminare, i suoi passi stranamente erano infinitamente leggeri.
Il pensiero del nuovo giorno le scalfiva ancora un po' il cuore ma la sua nuova compagna le aveva donato altri occhi per guardare le realtà che l'attendevano fuori della porta del suo mondo di cristalli e colori.

12 Dicembre tra la notte e Posillipo
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