Habana, Cuba, settembre 1999Olga leggeva sempre di notte.
Quando i rumori della strada già dormivano nel buio, Olga si abbandonava sulla sedia a dondolo di legno scuro.
Una luce calda di una lampada bianca dipinta di fiori rosa, le illuminava il viso e l’anziana mano che girava le pagine del libro con un ritmo sempre uguale.
Teneva una penna ed un foglio appoggiati sulle gambe ed ogni frase che le procurava un’emozione particolare, la trascriveva per ricordarla per sempre…
Nella stanza Olga era sola…le facevano compagnia due quadri dell’inizio del secolo che le guardavano le spalle.
Un quadro era il ritratto di suo padre Idalberto Puentes, famoso chitarrista ed esponente della trova cubana, e l’altro era un dipinto raffigurante dei cavalli bianchi in corsa.
Il ritratto del padre aveva dei colori caldi e scuri, l’unica parte del quadro ad avere delle tinte più chiare, era la chitarra che con la luce della lampada si vestiva di un rosso acceso, che le dava un aspetto incredibilmente reale.
La sedia dondolava mentre la mente di Olga si muoveva tra le parole delle pagine ingiallite dal tempo.
Il libro cadde in terra e Olga, mentre si piegò per raccoglierlo..la lampada cadde e si ruppe…
Olga si spaventò ed i suoi occhi si diressero verso la luce della finestra che raccontava la notte.
All’improvviso si accorse che una luce una luce diversa, rossa come una fiamma stava brillando alle sue spalle.
Olga si voltò e vide la chitarra dipinta che cominciava ad uscire dalla tela, prendendo una forma tridimensionale.
L’anziana donna si alzò dalla sedia e rimase attonita ad osservare…
il volto del padrew si girò verso di lei e la sua bocca si aprì in un sorriso.
Il padre si alzò e, con qualche difficoltà uscì dal quadro con la sua chitarra.
Si sedette sulla sedia accanto ad Olga e cominciò a suonare…
Olga non riusciva neanche a parlare.
Il padre le fece un cenno e lei, come faceva sempre da bambina, si sedette in terra con la testa appoggiata sulle sue ginocchia.
I due cominciarono a cantare una vecchia Habanera , mentre Olga guardava affascinata le dita che danzavano sulle corde senza tempo…
Cominciò a piovere.
Le gocce d’acqua cadevano sul balcone suonando come timbales.
Olga diresse lo sguardo verso la finestra…non riusciva a credere ai suoi occhi.
Le gocce d’acqua quando toccavano il pavimento, si trasformavano in pietre di distinti colori.
Le pietre si disponevano in una forma precisa che Olga distinse in poco tempo: un fiore dai petali di sette colori.
Olga salì e tocco un petalo del fiore…ad ogni petalo corrispondeva una delle sette note.
Olga uscì nel balcone e cominciò a toccare i vari petali… il fiore di pietra si sollevò da terra
cominciando a girare in aria…entrò nella casa ed assunse una forte luce, volando illuminava la stanza.
La donna seguiva la traiettoria del fiore e all’improvviso si accorse che il padre non era più lì, né lui, né il quadro, né la chitarra.
Olga si sentì vuota, improvvisamente con una gran voglia di piangere..il fiore ora di un materiale leggero, tra i fasci di luce e la seta, cominciò a volteggiare intorno alla sua testa.
Olga seguì il movimento e la musica prodotta da quel fiore l’accompagnò nel primo sonno.
La luce del giorno colpiva la lampada, ed il riflesso scaldava il viso di Olga che dormiva sulla sedia di legno scuro.
L’anziana donna si svegliò e si guardò intorno cercando qualcosa.
Il dipinto raffigurante suo padre era al solito posto..tutto era uno strano ma bellissimo sogno” pensò.
Olga allora sorrise al vuto ma mentre si dirigeva verso la finestra si accorse che nel dipinto c’era qualcosa di diverso..
Il padre aveva un luminoso fiore dai sette colori, dipinto nella tasca della giacca.
Olga aprì la finestra e respirò il sole del primo mattino…la pioggia aveva già cambiato casa.