Mara camminava per le strade grigie della città.La sera era arrivata in fretta e lei non si era accorta dello scorrere del tempo, in quel giorno troppo corto, per capire quale fosse il senso delle forti e contraddittorie emozioni, che l’avevano distratta dalla realtà.
Aveva incontrato il primo uomo che aveva amato nella sua vita e lo aveva amato di nuovo…come sempre, senza risparmiare neanche un briciolo della sua anima e del suo corpo.
Lei lo aveva fatto senza pensare, facendosi guidare dai suoi sentimenti e dalle sue pulsioni…senza riflettere al dopo.
Ora mentre in fretta tornava a casa, rivedeva i momenti di quell’incontro, ed era confusa…guardava le serrande dei negozi ormai abbassate, avrebbe voluto gettarci dentro le sue sensazioni, per non sentirle più combattere dentro di lei, per non sopportarle tutto il giorno e la notte.
Lucio era sempre lo stesso, preso dal suo essere, entusiasta del suo lavoro e felice di vivere una vita alla ricerca e alla scoperta sempre di qualcosa.
Mara si riconosceva negli occhi di Lucio anche se si sentiva diversa, meno bambina, meno sognatrice, ma sicuramente più vulnerabile.
Non si erano più visti da quando Mara aveva intrapreso una diversa strada di vita, ma il loro incontro li aveva riavvicinati incredibilmente, come se nulla fosse accaduto, come se la separazione non fosse mai avvenuta…
Lucio non accettava questa immediata riconciliazione, il suo eccessivo senso storiografico, gli impediva di cancellare il passato ed accettare un nuovo presente dai colori conosciuti…
Paura? Voglia di altro?
Mara non capiva ma sentiva che forse era giusto così, che il passato non ritorna e che le storie reali terminano raramente a lieto fine.
Mara avrebbe voluto voltarsi e vedere Lucio al suo fianco, ma lui non era lì, era tornato alla sua vita che aveva costruito senza di lei e nella quale era immerso, completamente.
Era giunta alla fermata dell’autobus e si sentiva ancora avvolta nelle braccia di Lucio.
Non era triste ma neanche serena, gli attimi belli durano sempre troppo poco e rimane nel cuore la voglia di riviverli, in continuazione…la felicità ci vizia e poi scappa lasciando uno spazio vuoto, in cui le persone più sensibili si perdono.
Mara era così, viveva aspirando emozioni e catturando in lei i sospiri più sublimi e meno percettibili, che il suo animo creava.
Dietro un apparente freddezza, nascondeva un universo fatto di forme dai forti colori, che accecavano gli occhi del suo essere.
La sua ingenuità d’espressione nasceva da una saggezza esagerata, che cambiava volto per vivere ed accettare il mondo.
Lucio era passionale, sensibile ma con un forte senso critico che gli impediva di perdersi totalmente nelle situazioni, in cui si lasciava andare nel momento, per tornare poi a guidare con mano sicura il suo destino.
Mara invidiava in parte questa dote di Lucio ma vedeva in essa anche un fondo di egoismo.
L’autobus era scuro e Mara si sentiva sola, i suoi occhi erano come i fari, che cercano di illuminare la strada per capire la giusta direzione da seguire.
In amore non si può seguire una sola, sicura direzione. Le nostre contraddizione ci trasportano, in ogni momento, in paesaggi nuovi.
Mara lo sapeva ma voleva ugualmente trovare una definizione alla situazione che stava vivendo.
Non poteva e Lucio non la aiutava, per lui andava bene così, non voleva nulla che lo legasse più del necessario…
Mara chiuse gli occhi , il suo viaggio era lungo, guardò le poche stelle che i palazzi non soffocavano con la loro presenza e si ricordò il consiglio che il suo cuore si era dato, nel momento in cui lei stava amando Lucio: “Non dire nulla, Mara non dirti nulla che non esiste…lascia parlare la vita e gli eventi, non dire nulla che possa farti credere ancora in un amore!”