La natura cambia forma e la terra diviene marmo, sopra il quale camminiamo…mattonelle bianche, con fiori, ricami, terra di coccio dove si muovono le nostre radici.
Deborah osservava la fiamma della candela nei suoi movimenti alterati e si sentiva simile a quella luce di fuoco, calda ma piccola, forte ma pronta ad essere spenta al primo soffio.
Sperava spesso di avere una cupola intorno, un cristallo sottile che, proteggendola, poteva lasciare libero spazio alla sua luce ma questo era solo un sogno…
Vladimir le si avvicinò “Deborah cosa stai facendo?”
Nulla, Deborah non pensava nulla di preciso, eppure era immersa completamente in lei stessa, persa nel riflesso dei suoi sentimenti…
Amava da molto tempo Vladimir. Il suo essere uomo e nello stesso tempo mostrare una sensibilità insolita, quasi femminile, l’aveva colpita dal primo momento in cui l’aveva visto. Glielo avrebbe voluto dire, ma il suo cuore era stanco di raccogliere delusioni, ed aveva paura di non sopportare una nuova storia.
Vladimir era attratto da Deborah ma non sapeva bene il perché.
Avrebbe voluto immaginarla tra le sue braccia…ma non ci riusciva!
Il rapporto con le donne, da tempo gli era difficile, esisteva in lui un velo sottile, che lo separava dall’altro sesso, allontanandolo silenziosamente.
Questo velo era molto sottile, quando si trovava vicino a Deborah.
Il suo sorriso da bambina, i suoi occhi rassicuranti lo facevano sentire a suo agio…fino ad un certo punto.
Quando sentiva, di essere l’uomo della situazione, non riusciva ad esprimersi…avrebbe voluto baciarla, accarezzarla ma il suo desiderio si perdeva nei riflessi delle automobili, che lo sorpassavano, ogni giorno mentre correva con la sua moto.
Deborah era sola da molto tempo e desiderava una mano che le sfiorasse la pelle, una pelle dai pori completamente aperti, alla ricerca di riempirsi con l’odore del sesso.
Vladimir si sdraiò in terra e cominciò ad osservare Deborah che sembrava assente…
La ragazza era talmente confusa dal desiderio di vedere i loro corpi vicini, che non riusciva a guardare Vladimir negli occhi.
Deborah: “ Questa luce è bella…il fuoco che scalda ed illumina. Eppure questo fuoco può distruggere, annientare cose, persone.”
Vladimir le si avvicinò lentamente ed i loro occhio s’incontrarono…
Occhi brillanti, intelligenti ma con una sfumatura di tristezza e rassegnazione, gli occhi di Deborah.
Gli occhi di Vladimir erano allegri come quelli di un bambino, nascondevano una solitudine silenziosa mascherata da un’euforia di fumo.
Deborah cominciò ad innervosirsi, Vladimir sorrideva.
Deborah aveva aspettato questo momento da molto tempo.
Le venne in mente la prima volta che aveva visto Vladimir, lei non lo aveva notato, era stata un sua amica la prima ad essere colpita dalla sua insolita bellezza. Dopo diverso tempo, ad una festa Deborah gli aveva chiesto il numero di telefono…strano, per lei erano sempre stati difficili i primi approcci, ma con Vladimir si era sempre esposta, combattendo le sue timidezze…
Una sera di qualche anno prima Deborah aveva anche osato sfidare la sua innata insicurezza, baciandolo, o meglio tentando di lanciarsi in un frettoloso e goffo bacio ma lui non aveva accettato il suo slancio, prendendole la testa tra le mani e stringendola forte sulla sua spalla sinistra…un rifiuto? Paura?
Deborah non aveva capito quel gesto…i due non ne avevano mai parlato, neanche a distanza di tempo, come se quell’avvenimento non fosse mai accaduto.
In realtà Deborah lo ricordava e Vladimir?
Deborah avrebbe voluto essere un pensiero di Vladimir per saltare nella sua testa, viaggiare tra i pensieri per vedere lei dove era…che posto aveva nella sua vita.
Quando lei era triste, per scacciare i pensieri più neri, immaginava Vladimir…lo sognava ad occhi aperti e si sentiva subito meglio…era qualcosa che le accadeva senza che neanche se ne rendesse conto.
Sentiva un forte desiderio di essergli più vicino, ma non era solo un impulso sessuale, era la voglia di sentire le sue mani percorrere il suo corpo, scaldandolo, scambiandosi corpo e anima, confondendosi, mescolandosi, divenire per un ostante una cosa sola.
Deborah viveva virtualmente questo momento ed ora che era vicino, non sapeva più quale fosse la realtà.
I sogni, i pensieri, a volte trasformano la realtà, come mani che plasmano la materia…assumono forme ed entrano nella vita, movendosi senza il nostro controllo.
Vladimir cominciò ad accarezzare i capelli di Deborah che impietrita sentiva percorrere brividi in ogni più piccola parte del suo corpo…
Lei era così, non riusciva a separare il suo corpo dall’anima…ogni carezza sul suo sesso era una frase dolce che la rassicurava, ogni bacio rubato era uno schiaffo che la faceva soffrire…
Gli uomini le strappavano un pezzo d’anima ogni volta che la usavano e l’amore vero, forse, non l’aveva mai ricevuto realmente.
Le lacrime cominciarono a scendere sulla sua pelle, bagnando i ricordi, lavandoli dalla sofferenza.
Era un pianto che racchiudeva una felicità mai provata prima.
Vladimir era confuso, insicuro, per la prima volta sentiva di voler essere totalmente compagno di una donna, di voler proteggerla ed amare, in tutti i modi possibili.
L’aveva temuto, aveva cercato di dimenticarla, affogando in altri corpi, circondandosi da mille piaceri…Non ci era riuscito, inspiegabilmente sentiva la sua presenza, nei momenti in cui era sola, in cui si ubriacava di volti, parole, musica e fumo.
Ora si trovava di fronte a Deborah era lui questa volta a fare il primo passo, avrebbe voluto che fosse accaduto prima, ma non riusciva ad accettare il suo amore, lo nascondeva persino a se stesso.
Deborah si stese sul letto, dando le spalle a Vladimir…non era un rifiuto, anzi era il primo esplicito invito, che Vladimir raccolse all’istante.
Un corpo, quello di Deborah che aspettava di essere coperto, baciato, toccato.
Vladimir spense la candela e cominciò a sfiorare i capelli di Deborah, il seno, i fianchi, le cosce…
Sentiva sotto le sue dite la pelle di Deborah cambiare forme e consistenza. Vladimir cominciò a far scivolare le sue labbra sulla morbida pelle di Deborah che non riusciva neanche a muoversi.
Le carezza erano dei caldi respiri che dall’anima di Vladimir entravano in Deborah, sempre più confusa…
Deborah non riusciva più a distinguere il sogno dalla realtà, il giorno e la notte, la gioia e la tristezza e mentre le stelle cambiavano volto, Deborah cancellava, inconsciamente, tutti gli amorini deboli della sua vita…
Le finte passioni, gli amori nascosti, quelli riflessi…Amori che l’avevano privata sempre di qualcosa, lasciandola sempre più sola e più libera.
Libera dalle convenzioni, dall’accettazione delle situazione grigie.
Ora che era una sola cosa con Vladimir, Deborah sentiva il regalo di un amore diverso, meno passionale, ma più limpido ed aperto.
Vladimir era finalmente consapevole di voler e poter amare una donna, senza paura del confronto con ciò che sarebbe accaduto dopo…
I loro destino si erano uniti, lo erano sempre stati ma solo spiritualmente.
Ora il cerchio si era chiuso, la storia dei loro amori riunita…
Il seme nasceva, mentre cadevano i petali dei vecchi fiori appassiti.
Compimento d’amori, le lacrime versate trovano il calice.
La luna pallida
illumina il cammino…
Mentre i passi si uniscono
e la solitudine va in vacanza.