Pet-therapy:quando il rapporto bimbo e animale diventa terapeutico
La presenza di un animale domestico può rappresentare un valore aggiunto per la crescita e lo sviluppo caratteriale e comportamentale dei propri bambini.
Un animale come il cane, infatti, potrebbe essere di grande conforto in alcune situazioni delicate: per esempio, per quelli che di solito piangono e si ribellano quando devono andare dal medico, è possibile rasserenarli avendo vicino il proprio amico a quattro zampe, che può facilitare le fasi psicologicamente delicate per i piccoli pazienti, può velocizzarne anche la guarigione, ma soprattutto rappresenta un’importante leva motivazionale per le cure da affrontare.
Per questo la cosiddetta pet therapy è entrata sempre più fortemente nei percorsi di cura negli ospedali pediatrici, come dimostra uno studio eseguito presso un noto ospedale infantile di Firenze.
In generale, comunque, i bambini che crescono con gli animali domestici (che sia anche un gatto o un canarino) hanno sicuramente una capacità empatica maggiore di leggere e comprendere le emozioni e i comportamenti altrui, una volontà di relazionarsi con gli altri esseri viventi più forte e un senso di responsabilità più sviluppato.
Se qualcuno volesse allora adottare un cucciolo e farlo entrare in contatto con i propri figli l’età consigliata è quella intorno ai 5-6 anni di vita del bambino, e ovviamente tale scelta non deve essere presa alla leggera; la prima cosa da insegnare è che non devono essere considerati giocattoli, ma piuttosto dei compagni di vita, di avventure e anche di sport, e interpellare sempre un veterinario di fiducia che consigli l’animale che meglio può adattarsi al proprio contesto familiare, tenendo conto degli spazi e del tempo che poi bisogna dedicargli.
Autore : Serena Petricciuolo
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