I ricordi più traumatici dell’infanzia sono quelli legati al primo giorno di scuola. Ovviamente si è fortunati quando le cose stanno realmente così, ma in questo caso bisogna impegnarsi perché, invece di un trauma, per quanto piccolo, ci si ricordi del primo giorno di scuola come di un bel momento.
Il distacco dai giochi, dalla mamma e dalla quotidianità casalinga sono una condizione che porta il bambino ad aprirsi al mondo e alla socialità. Iniziare a prepararlo al momento fa sì che egli viva meglio questo momento importante, senza sviluppare paure inconsce capaci di compromettere non solo il suo ingresso nella scuola, ma proprio il suo accesso nel mondo.
La famiglia non basta a se stessa, né dal punto di vista economico, né in termini sociali. Con il bambino si deve parlare delle novità, andare insieme a comprare tutto ciò che lo introdurrà al nuovo mondo, raccontare e cose come andranno e il fatto che non si deve aver paura delle novità. Magari ci sembra inutile, ma chi ha un bambino saprà sicuramente che sono molto intelligenti e, probabilmente, le parole della mamma e del papà infonderanno loro coraggio.
Una cosa caratteristica è quella di sentire il piccolo o la piccola piangere disperatamente non appena si gira l’angolo e si esce dalla sua visuale. La tentazione è quella di tornare indietro e coccolarlo un po’. Alcuni fingono di esserci ancora, altri tornano a prendere il bambino prima. Sono reazioni a un malessere, ma questi accomodamenti e strappi alla regola inducono il bambini a fare i capricci, alla ricerca di una nuova gratificazione. Non sempre, se non mai, gratificare un piccolo quando ha sbagliato lo educa alla cosa giusta, probabilmente verrà indotto a credere che piangendo e piagnucolando, comunque, riuscirà ad ottenere ciò che vuole. In questo caso però, la mancata socialità o la parziale socialità, lo porterà a non fidarsi degli altri e a essere una persona peggiore di ciò che potrebbe essere.
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