Uno psicologo nei lager
Uno psicologo nei lager
Viktor Frankl ( 1905- 1997), insegnante di neurologia e psichiatria presso l’Università di Vienna, fondatore della Logoterapia, che considera la volontà di significato una motivazione primaria dell’uomo ( il sé è motivato dalla ricerca di uno scopo),e che insegnò a San Diego, California.
Scalatore esperto, a sessant’anni diventò pilota d’aereo, aveva l’hobby degli occhiali e della musica. Ricevette 27 lauree ad honoris causa mentre i suoi 31 libri vennero tradotti in 24 lingue, tra cui cinese e giapponese. Per chi ha avuto l’opportunità di assistere ad una sua lezione o una conferenza, non può non aver notato il suo riuscire a coinvolgere la platea come in una discussione intima.
Già da ragazzo si fece notare da Freud, con il quale manteneva una certa corrispondenza e al quale inviò un suo saggio sull’origine dell’espressione mimica dell’affermazione e della negazione. Il Maestro ne decise la pubblicazione sul suo giornale. Molti anni più tardi affermerà:” io sono un nano accanto a Freud, ma se un nano sale sulle spalle di un gigante, vede molto più lontano di lui”:
La sua carriera universitaria fu stroncata dal nazismo, che gli fece fare la tragica esperienza di diversi campi di concentramento.
A 40 anni, e da pochi giorni liberato dagli americani, rientra a Vienna ed apprende della morte dei suoi genitori e della sua amata moglie.
Detta questo libro tutto d’un fiato.
Quest’opera, ineguagliabile in tutti i sensi, si distacca dagli altri per l’approccio.
Pur trattando il doloroso tema dell’internato nei LAGER, Frankl lo descrive sotto un’ottica di psicologo, a tratti distaccato, a momenti parla in prima persona plurale, facendosi parte e portavoce del gruppo, a volte li descrive come uomini lontani da sé.
Il risultato è un libro da cui non riesci a staccarti, ma che non puoi leggere velocemente e poi lasciare che sia. È un libro che ti trovi a sottolineare, e a comparare con alcuni momenti della tua vita.
È una lezione, non solo di come si poteva sopravvivere, ma di come noi possiamo vivere. Di come uscire da certi momenti, come affrontarne altri.
Quest’uomo ha vissuto e superato la prova più immensa che io non so neanche immaginare, ed infatti finisce dicendo:” quest’esperienza dell’uomo tornato a casa sarà coronata dalla splendida sensazione che, dopo quanto ha sofferto, non deve temere più nulla al mondo, tranne il suo Dio”.
Uomo straordinario, eccezionale lezione di vita, uno stile lucido e semplice che ti spiega tutto,senza dimenticare che non avendolo vissuto ci sono cose che non possiamo capire, ma che comunque cerca di descrivere. E al contempo insegna cosa succede psicologicamente dentro un uomo che di punto in bianco non ha niente altro che la “sua nudità”, ma che in qualche modo ne gioisce, perché almeno è ancora vivo. Cosa scrivere di più su un libro come questo?
Che è da comprare, da leggere, da studiare, da dare ai giovani di oggi che saranno gli adulti di domani e da tenere vicino al letto, per leggerne un po’ ogni mattina, perché “l’uomo è responsabile di quello che fa, di quello che ama e di quello che soffre”. Inimitabile.

Uno psicologo nei lager, V.E.Frankl, ed. Ares
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