Ho appena finito di leggere un libro un po’ diverso, per così dire, “Libere, 21 storie di donne radicali” di Paula Izquierdo, 15 euro edito da Cavallo di ferro.
Un libro originale, che narra le biografie di 20 donne, tutte famose, da Elisabetta I d’Inghilterra, attraverso George Sand fino a Janis Joplin che hanno vissuto la loro vita al limite, scontrandosi anche con la mentalità del tempo, in vari aspetti della loro vita.
L’autrice non rende molto bene, a parer mio ovviamente, quelle che sono state le vere difficoltà dei rispettivi tempi, soprattutto nella sfera sessuale, argomento su cui si concentra, ma lascia le brevi descrizioni delle loro vite un po’ anche alle idee stereotipate del lettore. Insomma, il resoconto rende l’idea, seppur superficiale, di ciò che hanno vissuto, ma non riesce nell’intento di rendere loro il giusto coraggio con il quale hanno affrontato le innumerevoli difficoltà che la società ha messo loro incontro.
Non dando peso al lato emotivo, ne esce uno sguardo un po’ sterile, un po’ da pettegolezzo, su queste donne, che l’autrice non nega, ma che lascia un po’ l’amaro in bocca.
Questo per le prime 20 donne, l’ultima invece è un’altra storia.
L’ “Anonima”, così si intitola l’ultima biografia, è la definita descrizione, che l’autrice spiega essere inventata, di una donna moderna, dei nostri giorni, affetta da “messialinismo”, la versione femminile dell’erotomania. Una donna che soffre nel vivere questa sua malattia, ancora nascosta al mondo, ancora vergognosa, senza una vera possibilità di cura, e che la porta a fare sesso con chiunque ed ovunque non tanto per il raggiungimento del piacere quanto per l’atto in sé. La racconta così bene, che senti realmente il dolore, la fatica, il disprezzo per se stesse, il buco in cui si cade, il bisogno d’aiuto.
E il seguito e finale del libro, in cui spiega la malattia, con dati , fatti, ricerche, ti apre un mondo che non si ferma ai vari Michael Douglas, ricoverati perché facevano “ troppo sesso”, ma ti fa capire che la problematica è seria, profonda, imbarazzante.
Un libro che consiglio, soprattutto per l’ultima parte, molto leggero all’inizio ma che ti riconcilia con le aspettative che si hanno dall’autrice, all’ultimo.
Veramente un bel libro.