Ferite a morte
Ferite a morte
“Negli ultimi trent’anni il nostro Paese ha speso contro la violenza alle donne tanti soldi quanti ne sono stati spesi in un anno per la giunta regionale del solo Lazio e, anche se ormai sappiamo che i consiglieri sono molto avidi, è un paragone che grida giustizia.”


In un paese in cui davanti alla parola “femminicidio” ancora molti, moltissimi, storcono il naso come se fosse un argomento che non ci riguarda e non ci debba riguardare, Serena Dandini abbandona per un po’ i toni della commedia per raccontare le tragedie che si consumano giorno dopo giorno tra le pareti di casa. Perché statisticamente è più facile che una donna, qualsiasi donna abitante in qualsiasi parte del mondo, venga uccisa dal proprio compagno, piuttosto che da un estraneo, o da un banale incidente stradale. Perché la cultura maschilista che ancora pervade la società umana tollera con fatica la libertà e l’emancipazione delle donne.
Ebbene, Serena Dandini dà in questo libro voce a quelle donne che nella loro vita la propria voce l’hanno fatta sentire poco. Si tratta in realtà della raccolta di monologhi che la stessa autrice rappresenta a teatro nell’omonimo spettacolo che ha già fatto tappa in diverse città italiane. Monologhi in cui mogli, ex mogli, fidanzate, ex fidanzate, sorelle e figlie raccontano, con tristezza ma anche perfino con ironia, la propria storia, il modo e il motivo per cui sono state uccise dai propri uomini. Perché non volevano conformarsi alla loro volontà, perché avevano più successo di loro, perché li hanno traditi, perché li volevano lasciare. La cronaca giornalistica ogni volta parla di “raptus omicida”, che si scatena in persone da cui mai la comunità se lo sarebbe aspettato. Ma in realtà, questi omicidi sono il più delle volte l’esito di una lunga, lunghissima, storia di violenza intrafamiliare, fisica e psicologica.
Lo scopo di questi racconti? Sensibilizzare chi non ha mai vissuto queste storie sulla propria pelle, far capire che questa è l’amarissima realtà dei fatti, e, forse, soprattutto convincere chi invece queste violenze le sta subendo proprio ora che ha ragione Luciana  Littizzetto quando dice che “un uomo che ci picchia è uno stronzo, sempre, e lo dobbiamo capire subito, al primo schiaffo”.
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