Ho letto il libro di Fabrizio Corona, il secondo libro, intitolato "La cattiva strada". E' un libro autobiografico, che racconta gli eventi che hanno portato Fabrizio dalla vita giornalistica da fotografo, alla vita da pubblicitario, quindi agente di gossip, produttore di scenografie a mezzo stampa, infine galeotto e ora seguito dai servizi sociali.
Il libro, di per sè, scorre agevolmente, la scrittura è semplice e chiara, i contenuti sono fruibili da tutti e privi di accuse galattiche e compromettenti. Parla di una Hollywood italiana, un mondo che esiste solo per chi fa parte dello spettacolo, che resta precluso ai nostri occhi, che possono immaginare quanto ci sia di artefatto e quanto ci sia di reale dietro ai personaggi del mondo della TV e dello spettacolo.
Il libro si basa sull'ipotesi che Fabrizio Stesso abbia portato in Italia, per primo, la California, fatta di pettegolezzi, foto, video, immagini rubate e storie inventate che creano il mito dei personaggi dello spettacolo, rendendoli meno umani e più personaggi, fenomeni che non esistono nella realtà, ma che si adoperano, nel momento delle loro performances, in un unicum fantasioso, una Disneyland del red carpet.
Il libro è molto bello, lo consiglierei, coglie appieno, a mio parere, il punto forte e il punto debole del modello americano della scena, della vita luccicante, fatta di brillantina e di pettegolezzo. Lo consiglierei perché aiuta a fare luce su una dimensione attuale: lo scollamento della televisione commerciale dalla televisione di servizio, la differenza fra la stampa pubblicitaria e quella giornalistica, insomma un buon libro, che consiglio senza dubbio perché chiarisce ogni incertezza su ciò che sta dietro lo spettacolo, inteso nel senso meramente commerciale del termine (MC).