Elisabetta Bilei, studentessa mestrina dell’istituto tecnico “Foscari-Massari”, ha una personalità eclettica perché coltiva, oltre agli studi, la passione per la musica (suona in un’orchestra) e per la scrittura creativa.
Nel suo primo lavoro, “Foto di riflessioni”, edizioni Il Grappolo, l’autrice prende spunto da esperienze dirette e indirette, spesso legate alla quotidianità -un film visto, le lezioni di chimica- per analizzare alcune tematiche esistenziali relative all’universo adolescenziale, e riflettere sui grandi motivi della fede, della pace, della vita e della morte.
Per Elisabetta che cos’è, per esempio, oggi la pace?
“Solo utopia e falsità. La pace è malata d’odio. Un odio che confonde, isola, annienta, rapisce l’amore perché esso stesso è impregnato di dolorosa vendetta. (…) La pace sarà reale solamente nel caldo istante in cui assumerà i colori dell’amore, quell’amore incondizionato verso ogni piccola creatura.”
In queste brevi prose liriche, caratterizzate stilisticamente da una ricerca sapiente della parola, emerge il punto di vista di una ragazza, attenta e sensibile interprete del suo tempo, che esprime con delicatezza la vasta gamma dei sentimenti, quali l’amore, l’amicizia, il dolore, e sa già assaporare il conforto del ricordo come in “Pensando all’infanzia”: “Caddero un giorno ai miei piedi. Erano tutte colorate e vivaci. Le raccolsi, e dopo un irrisorio sussulto, mi sedetti dolcemente sul letto, vestito da una romantica coperta. Erano le foto che immortalavano la mia infanzia. Ognuna rappresentava una sua storia e una sfaccettatura del mio mondo.”
Foto di riflessioni, appunto.
Recensione curata da Marina Dalla Stella