Liberi versi in 12 poesie di Roberto Maggiani: parole e musica
Spinta dalla curiosità, qualche giorno fa ho scaricato un e-book dal sito La Recherche, al quale affido saltuariamente i miei scritti, ed ho scoperto un autore del tutto moderno e originale: Roberto Maggiani.
Queste poche mie parole non vogliono essere una recensione ma una riflessione.
I Liberi versi in 12 poesie di Roberto Maggiani, scritti in prima persona, sono impregnati di cultura francese e riecheggiano gli umori e la sensibilità di poeti quali Baudelaire, Rimbaud e Verlaine.
Maggiani è attratto da un animale che popola spesso le liriche di Baudelaire, grande precursore e maestro della poesia moderna: il gatto. Lo incontriamo immediatamente nella copertina e ciò che ci affascina è il suo sguardo: Fa che m’immerga dentro i tuoi begli occhi / Misti di metallo e d’agate (Charles Baudelaire, Les fleurs du mal, Mursia, 1980, Le chat, p. 93); E atomi d’oro, come arena fine, / Punteggian vagamente le lor pupille mistiche (Charles Baudelaire, op. cit. Les chats, p. 163). L’occhio del gatto è forse l’occhio premonitore e chiaroveggente del Poeta? Il suo sguardo dolce e sornione?
Il felino è anche presente nei versi: anche un gatto non miagola mai diversamente da un gatto (l’animale è il simbolo della coerenza, del desiderio di essere prima di tutto fedeli a se stessi) (p. 6); ma in fondo siamo / gatti insonni a suon di luna sinuosi / che non chiude mai i battenti (p. 12); omicidio – uccidere non fa bene /neanche a un gatto (p. 13). Gatto protettore…
In questa breve silloge la parola assurge a unico e vero testimone di vita: ripeti le parole / fino a renderle vere e i suoni e i colori si corrispondono: non usare suoni / che siano minori del bianco. D’ altronde il mondo di Maggiani, il mondo reale che ci circonda, è un mondo di colori (bianco, nero, rosso, magenta ecc.) e di suoni: le parole sono quelle del mio pensare, ciò che scrivo e ciò che dico. Musica e colori si incontrano (come le vocali e i colori per Rimbaud): corrispondenze baudelairiane? La musica è ossessivamente evocata a pagina 4: musica non lasciare questa base / non correre (…), De la musique avant toute chose, direbbe Paul Verlaine! E musica sia allora, musica leggera e pesante, vicina e lontana.
Anche poesia d’amore: la sensualità si manifesta con parole serrate dedicate all’esaltazione del corpo (ora disegno il tuo corpo – meglio che posso / come lo vidi…) (p. 7).
Poesia in cui il Poeta incalza il vento inteso come forza impetuosa del pensiero: vento furioso che t’infili sotto i miei vasi / cosa farfugli tra i fiori e le foglie? / ti aggiri come un segugio – sbuffi (p. 10).
Poesia che esalta, con versi musicali e giocosi, il tempo che scorre inevitabilmente e romanticamente, poiché quello dello scorrere del tempo era un tema caro ai Romantici che poi si è arricchito di sfumature di spleen e di mal di vivere: tempo stralunato – bianco e lunatico / molle e temporaneo (…) (p. 12).
Fausta Genziana Le Piane