È tempo di festività e festeggiamenti, ma in questo periodo non dobbiamo dimenticare una delle specie più bistrattate e disagiate che abitano il pianeta e che proprio in questo periodo effettuano la transumanza verso i luoghi natii: gli emigranti.
La specie dell'emigrante solitamente rimane legata intimamente al luogo di nascita anche per decenni. Ci sono rappresentanti di questa specie che non modificano mai la residenza sulla carta d'identità e risultano residenti a Catanzaro anche se da 26 anni abitano a Lentate sul Seveso, ridente cittadina del comasco. I motivi di questa resistenza sono tuttora ignoti.
Per conoscere meglio questi individui oggi si parla di emigrazione, emigranti, valigie di cartone e chilometri su strade ferrate e meno ferrate.
Il primo libro è una specie di doppia emigrazione. Si parla di Emil, un ragazzo rumeno immigrato clandestinamente ma non viene raccontata la sua venuta in Italia, bensì il suo viaggio verso Berlino alla ricerca del nonno artista girovago. Basta un furgone Volkswagen e una compagnia di ragazzi che potrebbero avere qualche problema ad attraversare anche la frontiera ed ecco confezionato Per il resto del viaggio ho sparato agli indiani un bel "romanzo di formazione", come dicono sulle antologie scolastiche, ma molto divertente. Io, devo dire la verità, l'ho comprato solo per il titolo e sono stato ripagata della fiducia.
Secondo libro, altra emigrazione. Uno dei trasferimenti più classici, il carabiniere che dal Meridione viene spedito al Nord, in questo caso sull'Appennino Emiliano. Avviene in Appennino di sangue, della premiata ditta Guccini - Macchiavelli, e raccoglie i tre libri dedicati al Maresciallo Santovito che, ironia della sorte, nella prima parte si trova a indagare proprio su un ex emigrante. Un libro che consiglio, se non altro perché a soli €9,99 (più una sorpresa che trovi in fondo a questa mail) ti porti a casa 812 pagine di ottimo giallo. È vero che i libri non si misurano a peso e anche poche pagine possono essere fondamentali, però, con questa crisi...
L'emigrazione così come la conosciamo segue soprattutto la direttrice Sud-Nord, ma a volte può capitare che anche chi abita al Nord si voglia o debba spostare, magari in America. Molto poco comune, però, è che un lombardo si trasferisca tra i pellerossa come succede in Brambilla e la squaw, romanzo di Gianni Brera che parla appunto del Dottor Brambilla che dal Ticino di fine Ottocento va nel Far West.
Un altro libro molto bello è Terroni 2.0. Rispetto a chi andava via tra gli anni Cinquanta e Settanta, gli emigranti degli Anni Zero spesso non hanno intenzione di tornare alla casa paterna, impoverendo quindi il proprio territorio d'origine. Ma è vero tutto questo? Solo in parte. In realtà chi va via può diventare a suo modo rivoluzionario, migliorando con il proprio esempio il luogo da cui si arriva, oltre ad essere spesso fonte d'orgoglio per chi rimane. Come si suol dire, chi va via può regalare alla propria terra il proprio know-how, anche se credo che sarebbe dura spiegare a mia nonna che cosa sia il know-how, probabilmente penserebbe a un cane che abbaia.
Ultimo libro, se hai mai pensato di andare via da dove ti trovi per cambiare vita, è proprio È facile cambiare vita se sai come farlo. Tutte le istruzioni utili per andarsene di casa, fuggendo dall'Italia e scegliendo il posto più adatto. Una guida per chi fugge, però ti consiglio di lasciare un biglietto prima di andare via. Non sarebbe piacevole vedere arrivare la troupe di "Chi l'ha visto" nel baretto che aprirai su qualche isola caraibica.
Nicla