Cari lettori di Donnissima, il mio è un breve racconto, di mia invenzione, nato dopo una serata in cui non ho ascoltato il mio intuito e ritrivandomi per questo, sola a casa.
La Fede e l’ingenuità: sogno fatto persona.
In un mondo parallelo al pianeta Terra,chiamato Fede, vivevano forme aliene molto simili all’uomo sia per natura che per aspetto.
Gli abitanti di Fede, erano leali, fiduciosi e raramente vendicativi. Sin da piccoli, erano abituati a condividere tutto con gli altri e cosa più unica che rara, erano abituati a trasformare il sogno in realtà.
Una sera una ragazza terrestre dall’animo puro e candido, Erica, sognò di ristabilire il giusto equilibrio con un amico a lei caro col quale aveva litigato.
Al suo risveglio, sebbene sapesse di aver sognato, avvertiva nei substrati del suo io che qualcosa era cambiato. Il mondo di Fede aveva interagito con la Terra.
Passarono alcuni giorni e in effetti i due ragazzi tornarono amici ma il rapporto non era più come prima.
Erica, aveva perso fiducia nei confronti del suo amico e aveva una grossa difficoltà nell’instaurare un’amicizia autentica. Pazienza, amore, forze e speranze erano state riposte nel cassetto del suo cuore, nel posto più nascosto che potesse avere.
Intanto sul pianeta Fede gli abitanti cominciavano a perdere i loro poteri, nessuno era più capace di fidarsi,sognare,credere. Una grave epidemia di Diffidenza aveva contagiato Fede.
Le due dimensioni spaziotemporali, i due mondi, si erano sovrapposti.
Filippo, l’amico di Erica, però, mentre i giorni passavano sentiva l’esigenza di capire più a fondo cosa fosse accaduto di talmente drastico da rovinare il suo rapporto con Erica.
Le parole non potevano cambiare il passato, “certe emozioni non si dimenticano!”pensava Erica tra se e se di fronte all’ennesimo bidone del suo amico. La fede, una volta persa è difficile da recuperare!
Filippo aveva decisamente toppato ed Erica non era più disposta ad aspettarlo invano.
Il pianeta Fede, rischiava di essere completamente distrutto dalla diffidenza mentre la Terra era stata annientata dalla mediocrità e Pregare Dio che la fine mondo non arrivasse, non bastava per cambiare le cose.
Anni dopo, i due ragazzi si incontrarono casualmente in un bar. Filippo inspiegabilmente fu avvolto dalla voglia di scusarsi con Erica.
Filippo non aveva più l’aria strafottente di un tempo, l’aveva persa. Per la prima volta fu in grado di andare in contro alle esigenze della sua ex-compagna.
Filippo cosciente della sua superficialità e della sua incoerenza tra il dire e il fare, caratteristica fondamentale del suo essere persona, provò un senso di impotenza di fronte agli eventi passati in cui si era preso gioco di Erica.
Erica restò passiva, accettò le scuse ma fu di poche parole, rimase senza aspettative. Quell’incontro non avrebbe mai potuto cambiare il passato.
La notte stessa entrambi i ragazzi, ormai trentenni, sognarono i momenti più belli trascorsi insieme.
Erica divenne consapevole di quanto fosse stata ingenua nel fidarsi di Filippo, una ingenuità nei confronti della quale era riconoscente nonostante tutto perché emblema di apertura verso la vita, mentre Filippo si sorprese dei suoi errori, quando si accorse che non era mai stato maturo e “galante” con Erica, come invece era solito autodefinirsi.
La fede di vivere un presente migliore del passato, la capacità di aver valorizzato l’ingenuità, ebbe un effetto catartico anche nel mondo di Fede,ormai raso e distrutto al suolo da odio, ignoranza e invidia.
Il deserto in cui era ridotto la dimensione Fede, vide grandi cambiamenti. Nacque una popolazione meno ingenua e meno potente nella creazione, ma capace di fondere insieme odio e amore, quindi in grado di preservare l’equilibrio.