Arriva direttamente dallo Sri Lanka e in poco tempo, dal 1997 ad oggi, ha compiuto dei passi da gigante: è il progetto per la salvaguardia degli elefanti, che inaspettatamente sono diventati una risorsa fondamentale per la produzione di carta ecologica in materiale naturale, cioè “cacca”.
Ecco che improvvisamente la cacca dell'elefante è arrivata alla Fiera Fa la Cosa Giusta di Trento, che si è svolta dal 28 al 30 ottobre scorso. Ma come, la cacca in vendita? Ebbene sì, ne abbiamo parlato insieme al responsabile del settore commerciale di Vagamondi, che ci ha raccontato quanto questo progetto sia indispensabile per combattere la uccisione dei “giganti buoni” che in Sri Lanka hanno vita meno dura da quando si è scoperto che possono essere usati come produttori diretti di ottima materia prima da lavorare per farne scatole, fogli e cartaceo di diversi generi.
Come funziona la produzione di carta ecologica viene presto spiegato: l'elefante, per via della digestione veloce e del tipo di nutrizione, produce uno sterco adatto ad essere trattato, a basso costo, per renderlo compatibile con la carta riciclata.
Mescolando una percentuale del 75% di fibra prodotta dai pachidermi, con un 25% di fibra da carta riciclata si ottiene della nuova carta, che può essere usata in mille modi, dalla produzione di album fotografici, segnalibri e oggetti regalo, alla produzione di veri e propri papiri e fogli per scrivere, colorare e dipingere.
Anche la carta da lettere in cacca di elefante viene proprio bella, bianchissima e resistente, se si vuole lasciarla più bella può essere più fibrosa, comunque adatta per essere usata specialmente nelle occasioni più importanti, sappiamo che del resto la “cacca” porta bene. Perché non usarla magari per scriverci le partecipazioni di matrimonio?
In Italia la carta prodotta con lo sterco di elefante viene importata dalla Cooperativa Sociale Vagamondi, una azienda modenese che si occupa di gestire la rete della diffusione dei prodotti in “cacca” di elefante per farli conoscere in giro per l'Italia.