In queste vacanze natalizie approfittatene per godervi un bel film al cinema...ieri sera sono stata a vedere "Era mio padre", vi lascio qualche notizia in proposito, con le critiche ricevute...La mia personale opinione è che oltre alla bravura indiscutibile di Tom Hanks è un film "tutto ad un fiato" che vi coinvolgerà moltissimo sino all'ultima scena!!
Era Mio Padre - Road To Perdition (2002)
Genere: Drammatico
Formato: 35 Mm (1:2,35)
Durata: 119 - Origine: Usa
Negli anni '30 in Illinois, Michael Sullivan, che sembra un tranquillo padre di famiglia, è in realtà un killer molto temuto soprannominato "l'Angelo", luogotenente del gangster irlandese John Rooney insieme al figlio di questi, Connor. Una notte suo figlio Michael jr. vede il padre e Connor uccidere alcuni gangster rivali. Per questo Connor vuole eliminarlo ma Michael sr. riesce a convincerlo che suo figlio non parlerà. Più tardi Michael riesce a sfuggire ad un agguato ma Connor gli uccide la moglie e il figlio minore Peter, che viene scambiato per Michael jr. Da quel momento padre e figlio iniziano un viaggio della vendetta che sarà anche occasione per costruire un vero rapporto tra loro e, mentre il padre cerca di salvare quanto rimane della famiglia, il figlio è costretto a crescere in fretta.
Titolo Originale: Road to Perdition
Regia: Sam MENDES
Attori: Tom Hanks (Michael Sullivan)
Paul Newman (John Rooney)
Jude Law (Maguire, 'the Reporter')
Tyler Hoechlin (Michael Sullivan Jr.)
Daniel Craig (Connor Rooney)
Stanley Tucci (Frank Nitti)
Jennifer Jason Leigh (Annie Sullivan)
Kevin Chamberlain (Frank)
Dylan Baker (Alexander Rance)
Ciaran Hinds (Finn McGovern)
Liam Aiken (Peter Sullivan)
James Currie (Operaio Della Fabbrica)
Gene Janson (Capo Della Polizia)
Martin Murphy
Jillian Palmer
Duane Sharp (Prete)
La regia è di Sam Mendes, il golden boy autore di 'American Beauty' che qui svolta verso il cinema classico e accademico, fotografato con genio ed enfasi. Un fumetto diventa film e Mendes non nasconde di cercare l'Oscar, soprattutto grazie a Hanks e Newman. Scoprire il lato cattivo del Nice Guy d'America, Tom Hanks, è già in sé un motivo valido per il biglietto. Ma la vera rivelazione è l'attore tredicenne Tyler Hoechlin, gran faccia e speranza nello sguardo". (Piera Detassis, 'Panorama', 22 agosto 2002)
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ERA MIO PADRE - ROAD TO PERDITION
"Rispetto a suo debutto aureolato di successo ('American Beauty'), Sam Mendes ha cambiato completamente rotta; ha diretto un gangster-movie rispettoso delle regole del genere. Ovvio che si tratta di un film largamente metacinematografico, dove abbondano i riferimenti sia ai classici americani dei tempi del Proibizionismo, sia al Coppola del 'Padrino' o al Leone di 'C'era una volta in America'. Il che non significa affatto che 'Era mio padre' sia un film prono alle convenzioni: basta pensare al modo in cui Mendes scarnifica poco a poco la maschera dei personaggi, mostrandone il dolore e l'infelicità, o all'epilogo quasi metafisico per accorgersi che si sta assistendo a una tragedia". (Roberto Nepoti, 'la Repubblica', 14 dicembre 2002)
"Disseminato di scene da antologia per concentrazione drammaturgica e impatto visivo, 'Era mio padre' ha il suo punto forte nei personaggi - e insieme il suo tallone d'Achille. Sono bellissimi i duetti Hanks/Newman. E' inquietante Jude Law, killer-fotografo specializzato in cadaveri che dà una caccia spietata ai due fuggiaschi. E' notevole il sottotesto tragico che lega in un viluppo di affetti e rancori padri, figli e figliastri. Ma il fragore delle esecuzioni, la brillantezza del racconto, l'estrema cura dell'ambientazione, non cancellano del tutto un che di preordinato e artificioso che tiene lo spettatore lontano, catturato ma non partecipe. Si esce ammirati per le magnifiche immagini di Conrad L. Hall (già Oscar per 'American Beauty'), per la maestria degli attori, in primis un omerico Paul Newman, per l'eleganza vibrante della messinscena - ma forse non altrettanto emozionati". (Fabio Ferzetti, 'Il Messaggero', 13 dicembre 2002)
"Ispirato a un originale 'comic' a sfondo drammatico, scritto da Max Allans Collins e disegnato da Richard Piers Rayner, il film è un 'Padrino' più cupo e vero, una tragedia che s'intreccia in un 'bildungsroman'. (...) Va detto che se Newman è sublime in un personaggio che riesce a coniugare strazio vero e ipocrisia, Hanks rinnovato nel tratto e nel cipiglio, vale un Bogart d'annata. Benché Mendes sia inglese, il film è davvero 'all american' nel contrasto fra il crudo paesaggio metropolitano, spesso flagellato dalla pioggia, e le campagne dove ancora splende il sole e regna la tradizionale solidarietà dei rurali verso i fuorilegge". (Tullio Kezich, 'Corriere della Sera', 14 dicembre 2002)