Reality, film vincitore del Gran premio della Giuria al Festival di Cannes, tramite la macchina da presa di Matteo Garrone racconta la storia di Luciano (Aniello Arena) un pescivendolo napoletano che ambisce a entrare nel mondo dello spettacolo e che perde il senso della ragione spinto dal desiderio di entrare nella casa del Grande Fratello. Un trattato di socio antropologia raffigurato in particolar modo dai plongée che aprono e chiudono il film. Inquadrature dall’alto che rappresentano l’immersione in una realtà fittizia, in una gabbia nella quale ci s’immerge volontariamente pur di avere la consapevolezza di esistere, di apparire. Gabbia costituita dalla “scatola” del grande schermo, dai mondi immaginari che la mente umana è capace di costruirsi. Una realtà caratterizzata da maschere sociali e quindi dalla dicotomia tra apparenza e realtà. Significative sono le immagini iniziali del film, la festa di matrimonio in una sontuosa villa, sposi che arrivano su una carrozza dorata trainata da cavalli bianchi, abiti da colori forti, sfarzo e ricchezza, elementi tipici dei matrimoni del Sud. Inoltre è lo stesso protagonista che anima la festa travestendosi da Drag Queen, occasione che gli consentirà di avere il primo contatto ravvicinato con Enzo, il vincitore del GF. Il ritorno alla realtà, alla vera e mediocre vita di tutti i giorni è costituito dal rientro a casa della famiglia del protagonista e con la sequenza dei vari personaggi che si spogliano dagli abiti paillettati e indossano il pigiama, le donne si struccano così come anche lo stesso protagonista Luciano che si strucca aiutato dalla moglie Maria (Loredana Simioli). Il giorno seguente il protagonista torna a lavorare nella pescheria di famiglia e a darsi da fare nelle truffe dei robottini domestici. Tutto ha una svolta quando moglie, figlie e famiglia lo convincono a partecipare ai provini del GF in un centro commerciale. Luciano partecipa ai casting al punto tale da essere chiamato a Cinecittà. Convinto di aver fatto colpo comincia a entrare in paranoia convinto di essere stato selezionato. L’ossessione e la convinzione del protagonista si alimentano tramite Enzo, vincitore della precedente edizione del Grande Fratello che funge da catalizzatore e da esempio verso la certezza matematica di poter diventare inquilino della casa più spiata della tv. La paranoia di Luciano aumenta quando si convince di essere spiato da persone inviate in incognito per metterlo alla prova prima di entrare nel GF. Il protagonista si condiziona al punto tale da cambiare vita vendendo la pescheria di famiglia, lasciando il caro Michele (Nando Paone) senza lavoro e mandando in crisi il matrimonio. Il perno di un’analisi del rapporto tra pubblico di massa e grande schermo si evince dal dialogo tra Michele (Nando Paone) e Maria riguardo al verdetto del medico consultato per provare a guarire Luciano. Secondo quanto raccontato, la malattia inizia con l’apertura della casa del GF e cessa automaticamente con la fine del programma tv. Il mondo immaginario nel quale si è immerso il protagonista, il sogno vivente nel quale cammina ogni giorno giunge all’apice quando durante una celebrazione religiosa riesce a penetrare finalmente nella Casa. La porta rossa è aperta, si trova dietro le quinte, dietro i vetri, scorge le telecamere che spiano gli inquilini e finalmente entra. Personaggi stereotipati parlano al confessionale, ragazze dai corpi perfetti girano in intimo, altri giocano in piscina. Luciano guarda nella telecamera. Giunge nel giardino della Casa, si distende sui lettini a bordo piscina. È un sogno è un inquilino. Il plongée ritorna fino dare spazio ad un occhio che ci guarda, quello della telecamera. Reality, specchio eloquente della società odierna, un pubblico per certi versi ancora passivo e plasmato dai media. Una società dove sembra avere valore solo chi riesce a entrare nel mondo dello spettacolo. Si esiste solo se si diventa celebri.