CINEMA “War Story”: la fotoreporter si rifugia a Caltanissetta
SALT LAKE CITY - “War Story” è il secondo lungometraggio di Mark Jackson, regista di Brooklyn che ha fatto la sua gavetta cinematografica in Italia. Il film è stato appena presentato al Sundance Film Festival e annovera nel cast attori del calibro di Catherine Keener e Ben Kingsley.
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Mark Jackson regista del film
Il nuovo film del regista condivide con il precedente
un risvolto intimista mirato a scandagliare l’animo femminile, per quanto lo spunto narrativo sia ben diverso. Se “Without”, questo il titolo del lavoro d’esordio di Jackson, indagava lo struggimento ma anche la rabbia e la solitudine di una giovane donna costretta ad assistere il padre in stato vegetativo in un’isola remota, “War Story” racconta invece il travaglio interiore di una fotoreporter di guerra, Lee (Catherine Keener) che, scampata a un sequestro in Libia e in preda a una profonda sindrome da stress post traumatico, si rifugia in Sicilia, in un albergo di Caltanissetta non lontano dalla casa del suo primo amore e mentore Albert (Ben Kingsley). Nel tentativo di sconfiggere i suoi fantasmi interiori Lee vaga per la città scattando foto e immortalando una Sicilia fredda e invernale, i cui colori sono filtrati dall’obiettivo della stessa macchina fotografica che ha ripreso le scene più orribili della guerra libica e che è diventata per Lee una sorta di corazza protettiva dal mondo esterno.
Albert la accompagnerà in giro per Caltanissetta fino alla periferia di Pian del Lago, dove vivono gli immigrati e sarà lì che il tormento della donna troverà una soluzione.
“War Story” è allora uno studio di personaggi e interiorità che sembrano riflettersi nel paesaggio malinconico di una Caltanissetta impressionista, tinta di marrone, grigio e nero e scandita dalla colonna sonora curata da Dave Eggar e Amy Lee degli Evanescence.
(Maria Lazzara)