Dopo Antonio Albanese ecco un altro regista, Riccardo Milani, che ci racconta ridendo come funziona la politica del nostro paese. Il film “Benvenuto Presidente” prova a catturare lo spirito del nostro tempo, la disillusione profonda degli italiani verso la classe dirigente, che sia di sinistra, di destra o di centro, mostrando da un lato le facce sporche di questi politici e dall’altro i difetti di un popolo che nonostante tutto pensa solo a mangiare e resta a guardare, dopo che "vent'anni di politica televisiva gli ha tarato il cervello".
Ma i temi trattati sono svariati: viene mostrata la distanza abissale che si è venuta a creare tra il popolo e le istituzioni, tra i poveri che vivono il vero disagio e i poteri forti; si parla di giornalisti che non capiscono nulla, di politici corrotti ma anche della gente comune, di quella che punta il dito sugli altri mentre per prima evade le tasse, di quella che dovrebbe "dimettere la furbizia" evitando di dire che i disonesti sono sempre gli altri, è tutto questo c'è lo racconta un Presidente della Repubblica eletto a caso solo perché si chiama Giuseppe Garibaldi, interpretato da Claudio Bisio. Quest’ultimo ci racconta e ci insegna che si può essere onesti a prescindere dal ruolo che si ricopre e che, abbandonando il mito dello Stato e il dogma del protocollo, si può imparare a far convivere "fantasia, rigore, istituzione e umanità".