Souvenir. Storia di un'attitudine mondiale
Souvenir. Storia di un'attitudine mondiale
Cari Lettori di Donnissima,

chi di voi non è tornato da un viaggio con un souvenir? Sicuramente siete tornati da Parigi con un portachiavi a forma di Torre Eiffel, da una zona di mare con una calamita a forma di barchetta e con scopra scritto il nome della località, da Londra con una mini cabina telefonica rossa, da Berlino con un pezzo del Muro di Berlino. Se siete stati in Croazia sull'isola di Pag avrete sicuramente messo nella valigia di ritorno il tipico formaggio e l'autentico merletto. Quando passate per Napoli tornate  nella vostra città d'origine mettendo nel trolley un cornino artigianale acquistato durante una passeggiata nelle strade del famoso e suggestivo centro storico. Vi siete mai chiesti come è nata la tradizione dei Souvenir? Che cosa significa questa parola? Souvenir deriva dal francese e significa oggetto-ricordo. La tradizione nasche nel XVIII secolo quando cominciò a diffondersi l'abitudine di scoprire i luoghi sconosciuti del mondo. É   in questo periodo che si origina anche il mercato dei viaggi e di conseguenza quello dei piccoli oggetti fabbricati con lo scopo di far ritorno a casa con il ricordo dei luoghi visitati. Anche la fusione di sacro e profano è stata presente sin dagli albori della tradizione dell'oggetto-ricordo. Nei I luoghi  significativi della religione, come santuari, chiese famose c'era un buon mercato di souvenir e in seguito questa attitudine si diffuse anche ai siti turistici molto noti. Voi che souvenir acquistate di solito? 
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