Oggigiorno le università italiane offrono agli studenti la possibilità di vivere all’estero per qualche mese. Un’esperienza prima di tutto lavorativa e di studio, in cui ci si mette quotidianamente alla prova come studenti e lavoratori, ma che poi si rivela puntualmente un’esperienza di vita. Confrontarsi con realtà e culture diverse non è semplice, questo si sa, ma senza dubbio fa crescere come individui. Lasciamo quindi la parola ad Alice, una giovane laureanda che proprio grazie all’università ha potuto vivere e lavorare a Miami. Un’avventura che, a quanto pare, le è davvero piaciuta!
1. Presentati.
Mi chiamo Alice, ho 21 anni e vivo a Scorzè, Venezia.
2. Per quanto tempo hai vissuto a Miami e perché?
Studio Commercio Estero e il mio corso di studi prevede un’esperienza di stage all’estero. Avevo la possibilità di scegliere tra diverse mete e la mia scelta finale è caduta su Miami. Ho vissuto in America per due mesi lavorando presso il dipartimento di marketing di un’azienda.
3. E’ stato facile ambientarsi?
Miami è una città per giovani e di giovani. Le prime cose che colpiscono quando si arriva in Florida sono le palme, il sole, il mare, tutti i locali e le discoteche di South Beach. Ambientarsi non è stato difficile, anche perché non ero sola ma con una collega. In una grande città i ritmi sono sicuramente un po’ più frenetici ma non ci ho impiegato molto per trovare il giusto equilibrio. Per quanto riguarda il cibo devo dire che ci sono molti ristoranti italiani, giapponesi, take-away e fast food, e neanche molto costosi; a volte si andava a mangiare fuori ma più spesso preferivo il cibo italiano che cucinavo io stessa in appartamento. Per quanto riguarda la lingua conoscere l’inglese è importante ma a volte non sufficiente; per esempio molti commercianti provengono dall’America Latina e parlano esclusivamente spagnolo. Ma Miami è soprattutto una città turistica per cui non era difficile sentire parlare italiano!
4. Come sono gli americani?
Sono molto aperti, socievoli e disponibili ad aiutarti. Una cosa che ho apprezzato molto e di cui mi sono stupita è che sorridono e salutano tutti, come se ti conoscessero.
5. Quali sono le principali differenze culturali che hai riscontrato?
La più grande differenza che ho notato è l’estrema dedizione al lavoro. La vita privata viene messa quasi in secondo piano e le ferie sono un optional. L’amicizia, inoltre, ha un valore del tutto particolare: si è amici finché si può avere un tornaconto, ovvero si è amici per interesse e non perché si crede nell’importanza e nel vero significato del rapporto fraterno di amicizia.
6. Vista la grave crisi economica in cui versa il mondo intero, credi che l'America offra più opportunità ai giovani rispetto all'Italia?
Penso di sì. Dopo la laurea i giovani trovano facilmente un impiego inerente al percorso di studi intrapreso. Chi ha le capacità e le competenze ha la possibilità di andare avanti e di emergere.
7. Credi che negli Stati Uniti si viva meglio che in Italia? Se si/no, perché?
Non saprei. Per quanto riguarda le opportunità di lavoro e la fiducia riposta nei giovani, nella loro creatività, inventiva e potenzialità sicuramente sì. Largo spazio è dato alla multiculturalità, all’accoglienza e all’inserimento dello straniero nella realtà sociale; il “diverso” è visto come elemento di crescita e non di disprezzo. Ma è altrettanto vero che accanto a tutto ciò esistono molte disparità sociali: si passa dalle ville dei ricchi ai numerosissimi senzatetto ai bordi delle strade.
8: Lasceresti mai l'Italia in modo definitivo per ricominciare una nuova vita negli Stati Uniti?
A caldo direi sicuramente di sì. Ma non è facile lasciare tutto e ricominciare una nuova vita all’estero, ci sono molte difficoltà da affrontare, burocratiche e non. Si sente la mancanza di casa, degli amici, degli affetti. Forse potrei farlo per qualche anno, sarebbe il coronamento dei miei studi, ma pensare di vivere là per sempre non è certo una decisione che sarei in grado di prendere adesso.
9: Cosa ti sta lasciando nel cuore questa esperienza?
Questa esperienza è stata soprattutto una grande lezione di vita. Ho imparato a vivere da sola, ad affrontare i piccoli problemi di ogni giorno sapendo di poter contare solamente sulle mie forze. La fatica di alzarsi per andare al lavoro o la paura di non farsi capire dagli altri sono stati più che ricompensati dai mille ‘grazie’ per il lavoro svolto e dai sorrisi delle persone. Ho imparato a credere di più in me stessa, nelle doti che non sapevo di avere o che avevo paura di svelare, e a non avere paura di sbagliare e di rischiare perché è solo così che si cresce.
Miami mi ha letteralmente stregato. Ho riempito la valigia di persone, sorrisi, mare, spiagge, divertimento e tante soddisfazioni. Sono tornata a casa arricchita e contenta di portare con me un pizzico di America.
10: Consiglieresti un'esperienza simile ai tuoi coetanei?
Consiglio a chiunque di fare un’esperienza come la mia. È difficile trovare il coraggio di partire ma durante il viaggio le sorprese e le soddisfazioni sono immense, e si torna a casa davvero cresciuti