Sleeping Tourism: viaggiare per dormire
Sleeping Tourism: viaggiare per dormire
 Viaggiare per riposare e per dormire, pare incredibile, ma dopo la fine della Pandemia del Covid19 una delle priorità delle persone, uomini e donne occidentali in prevalenza, è diventata il dormire bene. Sono disposti a viaggiare chilometri pur di poter poi trovare un luogo dove dormire e riparare in pace.

Il Center for Disease Control (CDC) stima che oltre un adulto su tre negli Stati Uniti soffra di disturbi cronici del sonno, mentre uno studio pubblicato sul Journal of Clinical Sleep Medicine riporta che il 40% dei partecipanti ha bisogno di sette-nove ore di sonno ogni notte e non riesce ad arrivare a quella soglia.

La carenza di sonno è un gravissimo problema: diminuisce la qualità del lavoro espletato, crea diversi problemi di convivenza sociale in famiglia e al lavoro, è la causa di un aumento consistente degli incidenti stradali, per distrazione o per colpo di sonno.

Internet non aiuta: utilizzare il telefono con i social, anche a letto, ritarda notevolmente l'ora della dormita, poiché si è portati a mettere in circolo adrenalina, ossitocina, a pensare a cosa si legge e a mantenersi belli svegli.

In pratica, quindi, per togliersi da questa routine piena di impegni, sta spopolando l'abitudine di effettuare dei viaggi per dormire. A svolgere il compito sono gli Hotel di lusso, che possono offrire relax, i Resort, i Centri benessere, ma in generale quegli Hotel e quei luoghi di ristoro dove vi sono pace e natura, che sia montagna o mare, in generale silenzio e protezione da inquinamento sonoro, luminoso e chimico. MC
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