Accesero il fuoco con della legna e adoperarono i più grossi pezzi di Natron per appoggiarvi i vasi dove dovevano cuocere la selvaggina. Mangiarono e si addormentarono lasciando accesi i fuochi. Quando all'alba si destarono al posto delle pietre di Natron trovarono dei blocchi lucenti e trasparenti che parevano gemme enormi. I Fenici si gettarono in ginocchio credendo che un genio sconosciuto avesse fatto quel miracolo ma il saggio zelù capo della crovana, noto che sotto i blocchi di Natron anche la sabbia era sparita. I fuochi furono allora riaccesi sulla sabbia e verso sera una colata di liquido rosso e fumante scese da quelle ceneri. Prima che la sabbia incandescente solidificasse, zelù, plasma con un cortello quel liquido e ne formo un ampolla meravigliosa che fece grande stupore e fu così che fu scoperto il vetro. Questa è la versione un poco leggendaria tramandata dai racconti di Plinio. Ma notizie più attendibili sulla conoscenza del vetro si hanno avuto verso il 4000 avanti Cristo a seguito di scoperte fatte in tombe risalenti a quell'epoca. Tra i tesori di inestimabile valore che venivano messi accanto alle mummie dei faraoni e dei grandi sacerdoti si sono trovate anche perle di vetro dai molti colori lavorate magnificamente.