Esiste qualcosa di più interessante di internet in questo momento nella quotidianità? La domanda non è affatto banale, se ci pensiamo bene, perlomeno per noi che siamo on line tutti i giorni a cercare e leggere news e a chiacchierare con i social network, sembrerebbe che il web abbia occupato un posto assolutamente di predominio nei nostri interessi.
Ma quali sono, invece, le attività che interessano di più, rispetto a internet, che gli italiani ancora praticano volentieri, senza sentire i segnali della crisi da astinenza da social?
Al primo posto, sembra ovvio ma non lo è, il lavoro. Sul posto di lavoro (nonostante molti cerchino di eludere questo principio) sarebbe vietato utilizzare i social network. Che si tratti di lavoro presso l'ente pubblico, che si tratti di una ditta privata, non è possibile passare il tempo on line durante le ore in cui si risponde del proprio operato a un datore di lavoro. Ecco perché in queste ore, gli italiani, seppure con dolore, sono assenti dai social e dal web.
Al secondo posto la scuola, dove i ragazzi possono portare il telefonino, ma non possono utilizzarlo (anche se spesso lo fanno) durante le ore di lezione.
Al terzo posto le cerimonie ufficiali, è ancora etichetta, cioè buona educazione, non utilizzare il telefonino durante le sedute di laurea, i matrimoni, i battesimi, i funerali, in Tribunale o durante le celebrazioni non religiose che abbiano un certo tenore.
Ci sono altri contesti che ci allontanano da internet? Ebbene, sì: i cellulari non sono ben visti negli ospedali e nei centri clinici o medici, a maggior ragione se vi sono in prossimità delle macchine sensibili per prestazioni mediche particolarmente delicate; il telefonino resta antipatico nei cinema, dove tuttavia non è vietato, al ristorante, a teatro e in alcuni uffici pubblici.
Eppure, nella vita, ci sono altre situazioni in cui il telefonino è davvero fuori luogo: quando si fa sport, quando si esce con gli amici, quando si fa sesso, quando si sta con i propri figli; situazioni in cui, al contrario, di norma, passiamo il tempo a Instagrammare tutto ciò che ci passa sotto il naso. Ma la necessità di restare in contatto con il mondo, ancora, non è stata studiata, attendiamo l'esito degli esperimenti effettuati dalle Università di Psicologia, per capire il motivo per cui pigiare "like" e postare "share" ci piace così tanto (MC).