Care mamme questo episodio è accaduto a Trento. Una ragazza, che aspetta un bambino da un adolescente albanese, non vuole troncare la gravidanza. L'Aimmf: "Non è il tribunale dei minorenni che decide". Il Movimento per la vita: ''Spesso i minori spinti contro la propria volontà a questa scelta''
Il padre e madre di una ragazza sedicenne incinta si sono rivolti al Tribunale dei minori di Trento per far interrompere la gravidanza la figlia. La 16enne, che attende un bambino da un ragazzo albanese, non vuole interrompere la gravidanza. Quindi i genitori si sono rivolti ai magistrati anche con l'intento che gli sia comunque vietato di avvicinare la ragazza.
Laura Laera, presidente dell'Associazione italiana dei magistrati per i minorenni e per la famiglia (Aimmf) commenta così all'Adnkronos: "Il tribunale non può ordinare a una minore di abortire. La giustizia non è onnipotente: la legge riconosce, specie in questi casi, una sfera di autonomia ai minori tanto che, viceversa, possono rivolgersi a un giudice tutelare nel caso in cui vogliano abortire e i genitori invece non lo permettano".
In casi come questo, osserva Laera, "Non è il tribunale dei minorenni che decide". E' vero che i genitori esercitano la potestà fino al compimento del 18esimo anno della figlia, ma è anche vero, sottolinea il presidente dell'Aimmf, che "ci sono atti personalissimi, come ad esempio anche i trattamenti sanitari, su cui il giudice minorile riconosce in genere a una ragazza di 16 anni un'autonomia decisionale su scelte strettamente personali".
Laera commenta, "non si parla di una ragazzina di 12-13 anni, ma di una 16enne e si considera che giovani di quest'età abbiano una capacità di discernimento più sviluppata e vicina all'età adulta". Il caso della sospensione o meno della gravidanza e quella del rapporto con il ragazzo, tuttavia, sono diverse: "Bisogna distinguere i due piani", sottolinea Laera spiegando che nel caso in cui i genitori di una minore chiedono l'allontanamento dal ragazzo temendo maltrattamenti sulla figlia, dovranno denunciare i fatti e la questione passa "dal civile al penale".
Il presidente del Movimento per la vita italiano, Carlo Casini, afferma: "Succede spesso che i minori siano spinti contro la propria volontà ad abortire" e sono "sempre più numerose le minorenni che chiedono aiuto per portare avanti la gravidanza".
"Il rispetto alla vita è una priorità - aggiunge - ma le pressioni psicologiche su minori e non solo, a volte raggiungono forme inaccettabili come in questo ultimo caso di Trento. I casi classici sono quelli in cui le donne sono costrette ad abortire da amanti e mariti, ma sono sempre più numerose le minorenni che ci avvertono per essere aiutate a portare avanti la gravidanza". "Purtroppo molto spesso le pressioni sono tali da far cambiare idea in poco tempo. C'è un articolo della legge 194 che punisce chi obbliga all'aborto una donna non consenziente. Se il giudice - conclude Casini - desse ragione ai genitori della sedicenne, senza parlare con la ragazza, commetterebbe un reato".