In contrasto all'iperprotettività genitoriale e per affrontare con decisione la società della paura, è nata una nuova scuola di pensiero pedagogica, di matrice italiana, tanto per cominciare, che difende il diritto del bambino di conoscere, apprendere e sperimentare il rischio ed il pericolo.
A causa di limitazioni troppo strette che non consentono al bambino di crescere, come si usa dire cioè, che cadere serve per imparare a rialzarsi, ecco che nelle scuole della prima infanzia gli insegnanti hanno ricevuto, a partire da quest'anno, anche alcune infarinature di "Pedagogia del rischio controllato" una novità assoluta.
Questo tipo di esercitazioni che si svolgono con i bambini, sono delle prove di libertà in cui i bambini sono liberi di giocare in sitazioni che nella vita sono conosciute come potenzialmente pericolose, come correre sulla ghiaia, giocare suu un prato non perfettamente liscio, fare qualche salto dove ci sono pozzanghere, toccare materiali ruvidi, etc .. che consentono al piccolo di avere la coscienza dei propri limiti e delle proprie risorse per recuperare autostima nel fallimento e trovare le soluzioni per il problema.
In Trentino tra le prime scuole che hanno messo in pratica queste esercitazioni vi è l'Asilo di Brentonico, dove i bambini sono stati invitati a correre sulla sabbia, giocare su dei pezzi di legno, manpolare materiali naturali. Uno studio sui bambini e il pericolo dimostra infatti che il piccolo è più attento nell'affrontare le situazioni pericolose una volta che le avesse sperimentate, anche magari sbucciandosi un pò le ginocchia, ma non per caso.