C’è chi vive per scrivere, e chi vive per scrivere.
Manila, meglio conosciuta nella rete come Princess Proserpina, secondo me potrebbe stare in una di queste due definizioni. Nella migliore, sicuramente.
A voi scoprire quale, con quest’intervista.
Scrivere ti fa volare o viaggiare?
La scrittura è un viaggio continuo. Anche volare è un modo di viaggiare, ma la scrittura di dà modo di correre, nuotare, volare, usare ogni mezzo per "spostare" i propri pensieri. E' un viaggio dentro se stessi ed un viaggio nel mondo. Un modo per raccontare e per capire.
Un libro è un arrivo o una partenza?
Nella vita esistono solo partenze, mai arrivi.
Quanto di te donna c'è in te scrittrice?
Nei miei testi c'è la donna e la femmina. Soprattutto quella parecchio stronza.
Se in ogni libro ci fosse un po' di te, cosa hai messo in "pelle sporca"?
In ogni libro, racconto, testo, c'è sempre un po' di me. In pelle sporca c'è la ricerca di qualcosa. L'attesa di un cambiamento dentro di me che si manifestava in un amore sofferto e tormentato, nell'accettazione di un gioco perverso di bugie e verità omesse, nell'attesa - come un gatto stanco - di quell'uomo crudele che è il centro del libro.
Allo stesso modo, nei testi in uscita c'è molto delle mie attuali emozioni.
La poesia e la prosa sono amiche nemiche o nemiche amiche?
La scrittura è la mia salvatrice. La poesia e la prosa sono due forme della stessa dea. La differenza e l'identificazione come nemiche o amiche sta dentro lo scrittore, non nel genere oggettivo.
C'è più passione o dedizione nel fare la scrittrice?
Se non c'è la passione a nulla serve la dedizione. Ne escono degli esercizi di stile che si smascherano facilmente. Purtroppo ce ne sono molti esempi in Italia.
La passione è il fondamento di tutte le cose della vita. Almeno per me. Se non avessi la passione non riuscirei a scrivere nulla. Infatti, quando non c'è quel qualcosa che si muove dentro, io non scrivo. A costo di star ferma per mesi.
In una canzone ci sono queste parole
"Vivo per lei da quando sai la prima volta l'ho incontrata non mi ricordo come ma mi è entrata dentro e c'è restata" (Vivo per lei, Andrea Bocelli e Giorgia).
Puoi raccontarci il tuo primo appuntamento con la scrittura?
Avevo 4 anni e mia madre mi ha insegnato a leggere e scrivere, perché non sopportava più la mia ossessione per le favole. A 6 anni ho scritto il primo racconto, parlava di un pallone aerostatico con un angelo sopra, che attraversava il paese per scegliere il luogo migliore dove finire la sua corsa. E lo faceva accanto al tavolo di una famiglia che cenava in campagna, nel cortile. E la bambina era contenta di quella visita, tanto che il pallone mentre si bruciava del tutto, sorrideva e la salutava.
I libri si creano dai sogni o dai pensieri?
I libri si creano dalla necessità di comunicare qualcosa.
Siano sogni, pensieri, storie, saggi e così via.
Come fai nascere un tuo libro?
I miei scritti nascono da soli. Si svegliano, in un momento imprecisato, ed iniziano a tormentarmi, finché da pensieri, sogni, idee, situazioni in cui si manifestano, diventano delle storie scritte.
Ami tutto ciò che scrivi?
No. Amo pochissimo di quanto scrivo. Spesso sono costretta a liberarmi di alcune cose, a doverle usare quando mi viene chiesto qualcosa da riviste o editori, esclusivamente per salvarmi dalla loro presenza. Ho la fobia di quello che scrivo, sono come esseri viventi che mi tormentano in continuazione. Spesso anche dopo la pubblicazione, continuano a tormentarmi i sogni: penso che avrei potuto cambiare la punteggiatura, un paragrafo, una storia, una modalità, penso a tutto quello che avrei potuto fare. Sono eternamente insoddisfatta di quel che scrivo. Fin'ora ho solo un paio di cose che mi soddisfano. Una è già pubblicata, una prossimamente.
Leggere è cibo per l'ispirazione?
Naturalmente. La lettura aiuta lo stile, il vocabolario, le idee. Ma nel mio caso, per i "mostri" che mi vivono dentro e di cui dicevo prima, leggere è un modo per tenerli a bada un po'. Sarà che si sentono in compagnia...
L'ultima cosa che hai scritto?
Nella mia testa la risoluzione di una storia lasciata in sospeso. Ma non è ancora diventata carta. La sto facendo crescere in testa, è come un uovo in una incubatrice. Verrà scritta quando si schiuderà e il mostro che contiene inizierà a farmi del male...
Progetti in cantiere?
Il mio secondo libro di poesie.
Sia perché ne ho scritte tante nell'ultimo anno.
Sia perché vorrei la prefazione di un poeta che adoro.
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