L'autore Enrico Carlini si racconta
L'autore Enrico Carlini si racconta
Ha ben due Lauree, in Storia Contemporanea e in Scienze Informatiche, ma la passione per la scrittura non gli ha impedito di raccontarsi come artista attraverso l'inizio di un'avventura letteraria sfociata con due thriller dai titoli "Il  contrabbandiere" e "Simmetria mortale" (Robin Edizioni).

Enrico Carlini, romagnolo, classe 1969, scrittore per passione e informatico per lavoro, ha deciso di mettere nero su bianco le avventure di un commissario di polizia che deve mantenere l'ordine in un luogo tanto affascinante quanto popolato, soprattutto in estate da turisti di tutto il mondo, ovvero la famosa riviera romagnola.

Un'idea che ci racconterà di persona e che, soprattutto, gli permetterà di farci conoscere il commissario Fabio Forti, personaggio da egli inventato per i suoi romanzi.

Salve Enrico,
complimenti per le tue avventure letterarie! Mi dici come è nata l'idea di creare un personaggio che fosse un commissario di polizia?

RISPOSTA:
Sono sempre stato appassionato di romanzi gialli e polizieschi, fin da quando ero un ragazzino. Quando mi è venuta voglia di scrivere un romanzo ho pensato subito che il protagonista non poteva essere un investigatore privato come nei libri di Agatha Christie, perché mi sembra poco realistico che un privato cittadino possa indagare su un caso di omicidio. Solo le forze dell'ordine, a mio parere, sono in grado di farlo. A questo punto ho scartato l'idea di un carabiniere perché quello dell'Arma mi sembra un mondo poco permeabile alle influenze esterne, il che nella vita reale può essere un bene, ma non lo è nella finzione romanzesca. Così la scelta di puntare su un commissario di polizia è stata quasi obbligata.

Chi è davvero Fabio Forti e quale compito ha esattamente? In quale ramo investigativo si muove?
RISPOSTA:
Fabio Forti all'inizio del primo romanzo è un burocrate, uno di quei funzionari che indagano sui reati commessi da altri poliziotti. Ho immaginato che un personaggio del genere prima o poi dovesse vivere una sorta di travaglio esistenziale e venisse preso dal desiderio di conoscere in presa diretta il mondo del crimine, invece di farselo raccontare dagli altri. Coloro che hanno letto il romanzo hanno visto Forti come il classico sbirro corrotto che dapprincipio accetta dei compromessi per fare carriera e in seguito, una volta entrato nei meccanismi dell'indagine, si intestardisce a cercare la verità fino al punto di rischiare l'incolumità personale, conseguendo in tal modo una sorta di riscatto personale. In parte questo è vero, ma dietro la sua scelta iniziale di negoziare l'insabbiamento di un'indagine interna su un poliziotto, figlio di un amico del questore, con la promozione a capo della sezione investigativa si cela anche una forte angoscia esistenziale, dettata dal fatto di occupare un ruolo, quello del burocrate, non adatto alla propria personalità. Il desiderio di esplorare le contraddizioni del mondo reale è la motivazione che sta alla base della scelta di Forti.


Come è nata la prima serie intitolata "Il contrabbandiere"?
RISPOSTA:
Il titolo si riferisce alle attività illecite di uno dei personaggi del romanzo, che finisce ucciso già nel primo capitolo. Nonostante ciò, il suo è un ruolo essenziale nello svolgimento della vicenda, non solo per il suo passato, ma anche per la vita che si è scelto: nella completa illegalità, libero da ogni vincolo e da ogni schema, attraversa in continuazione il mare Adriatico senza appartenere realmente a nessuna delle due sponde. La sua fine è il segno di un destino tragico, cioé inesorabilmente avviato verso la sconfitta ed è per questo che ho intitolato il romanzo "Il contrabbandiere": nella nostra società chi reclama una libertà troppo ampia rispetto agli schemi esistenti rischia fatalmente di trovarsi in un vicolo cieco. In qualche modo, questo rimanda alla consapevolezza che la verità scoperta dal commissario Forti alla fine del libro può essere raccontata solo sotto forma di invenzione letteraria perché i mass media, a tutti i livelli, non possono permettersi il lusso di svelarla al grande pubblico facendola diventare così, ufficiale.

E la seconda dal titolo "Simmetria mortale"?
RISPOSTA:
"Simmetria mortale" nasce dall'accostamento tra due termini di significato opposto: la simmetria è associata con la regolarità geometrica e con l'ordine delle forme, che a loro volta rimandano a un senso dell'esistenza definito e armonioso al tempo stesso. La morte, al contrario, simboleggia tutto ciò che è caduco e transitorio e che, come tale, ci angoscia perché ci pone di fronte alla necessità di trovare un significato che renda la nostra esistenza degna di essere vissuta. L'accostamento tra i due termini è voluto perché, a volte, la ricerca dell'estrema perfezione formale può risultare soffocante, così come, altre volte, l'arte può aiutarci a sanare le ferite dell'esistenza. E' evidente però che il fatto di averli accostati è sintomo di un travaglio interiore, che generalmente muove sia coloro che scrivono romanzi che i personaggi che essi creano.


Il genere noir ha scelto te o tu hai scelto tale genere?
RISPOSTA:
Alla fine siamo sempre noi a fare la scelta, però è vero che il modo in cui mi sento attratto da questo genere contiene qualcosa che va al di là della libera scelta: è una sorta di necessità per la quale non riesco a fare a meno di alcuni elementi tipici del noir o del thriller, come la suspense, la tensione narrativa, l'ansia provocata dallo svolgimento dei fatti e l'attesa per la soluzione finale, con il conseguente scioglimento dell'enigma. Inoltre questo genere di romanzi non richiede l'invenzione di una morale conclusiva perché questa, in fondo, è già contenuta nella struttura stessa dell'opera. Da questo punto di vista il thriller contiene forti analogie con le favole, nelle quali persino la malvagità dei cattivi risulta accettabile al lettore, essendo funzionale all'economia dell'intero racconto. Questo per me è un bene perché devo ammettere che farei molta fatica a trovare una giustificazione morale per il male, per la crudeltà o per altre azioni malvage che purtroppo vediamo spesso compiere nella vita quotidiana.

Che tipo di scrittore sei, come ti definiresti?
RISPOSTA:
Questa è una domanda veramente difficile perché, onestamente, non mi reputo neppure uno scrittore: allo stato attuale, scrivere per me è più un divertimento che un mestiere. Non ho mai provato l'ansia da pagina bianca, per fare un esempio, perché mi metto a scrivere solo quando sono certo di poter buttare giù almeno qualche pagina. Non essendo pagato posso permettermelo e a volte trascorro periodi molto lunghi, anche un mese o due, senza scrivere nemmeno una riga. Aspetto semplicemente che il mio inconscio abbia il tempo di rielaborare i contenuti del romanzo che sto scrivendo e quando questo avviene mi rimetto all'opera. Come faccio a riconoscere quando arriva il momento giusto? Di solito vengo assalito da sensazioni molto particolari che mi assalgono all'improvviso senza alcun motivo apparente, come la forte sudorazione e il tremolio alle gambe: questi sintomi mi dicono di lasciar perdere ciò che sto facendo, sedermi a un tavolo e buttare giù tutto quello che mi passa per la mente. Di solito, fino a quando non arrivo al punto in cui la mia mente è soverchiata dalle emozioni e dai fatti al punto da non potere più sottrarmi alla loro espressione scritta, evito di farmi venire inutilmente delle nevrosi.


Pensi di aver riconosciuto nel genere noir, thiller, giallo e poliziesco il tuo campo d'azione o pensi che in futuro potrai districarti anche in altri generi?
RISPOSTA:
Ho appena concluso la redazione di una sceneggiatura ambientata nel 1944 in un paese dell'entroterra romagnolo durante il passaggio del fronte. La storia è costruita attraverso i ricordi di mio padre e di mio zio, che all'epoca erano bambini e sono rimasti segnati dalle cose che hanno visto e sentito. Il risultato finale mi pare soddisfacente per cui è probabile che in futuro mi cimenterò nuovamente nel narrare qualche vicenda distante dal genere poliziesco. Per ora però, a parte questa divagazione, vorrei continuare a scrivere gialli, magari con il taglio storico de "Il contrabbandiere".

Grazie per le tue risposte e passiamo a segnalare la tua nuova opera "Simmetria mortale" (Robin Edizioni) che è in vendita anche on line e per ogni informazione è possibile cliccare a questo link dal sito della casa editrice: http://www.robinedizioni.it/nuovo/simmetria-mortale .



Tiziana Iaccarino.
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