Donne a Verona
Paola Lanaro è professore ordinario di storia economica all’università Ca’ Foscari di Venezia dal 1999.
Materie d’insegnamento: Storia Economica, Storia dell’Impresa, Storia Economica Regionale. E’ membro del comitato scientifico del dottorato interateneo in Storia delle Arti. Con Franco Amatori dirige per Marsiglio la collana di Studi di storia economica e di storia dell’impresa. E’ invitata regolarmente all’ehess per corsi di storia della famiglia e storia economica dove ha trascorso lunghi periodi come visiting professor. Nel 2011 è stata visiting professor alla New York University. Si occupa di storia economica dell’età preindustriale con particolare riferimento al caso veneziano. Ha pubblicato saggi nelle riviste Renaissance Studies, Journal of Urban History, Histoire Urbaine, Revue d’histoire moderne et contemporaine, Quaderni Storici, Società e Storia, Annali di Storia dell’Impresa.
Tra le sue ultime pubblicazioni: All the Centre of the Old World per Centre for Reformation and Renaissance Studies – Toronto 2006, I Mercati nella Repubblica Veneta per Marsilio 1999, Donne a Verona per Cr Edizioni 2012.
Con Franco Amatori coordina i seminari di Stori Economica presso l’Università Bocconi. E’ vicepresidente dell’Aisu e membro dell’Ateneo Veneto e dell’Accademia dell’Agricoltura di Verona.
La mia intervista prende spunto dall’interessantissima e recentissima raccolta di saggi intitolata “ Donne a Verona”, Cierre Edizioni, 2012, a cura di Paola Lanaro, appunto, e Alison Smith. Si tratta della storia della città di Verona dal medioevo ad oggi attraverso la presenza femminile, dalle esperienze religiose a quelle culturali e umaniste, da quelle illuministe, “giacobine” e patriottiche a quelle artistiche. Paola Lanaro, oltre all’introduzione curata con la Smith dal titolo “La Storia, le storie: alla ricerca delle donne a Verona”, si è occupata in particolare del capitolo dedicato al circuito femminile della ricchezza a Verona tra basso medioevo ed età moderna: doti ed eredità (secoli XV-XVIII).
- Com’ nato il progetto di questo libro? E la tua collaborazione con Alison Smith?
Alison Smith è una mia carissima amica e a lei ho proposto il progetto del libro che mi è nato nel cuore e nella mente come risposta ad una cultura politica di assoluta mancanza di rispetto nei riguardi delle donne.
-Dedichi un capitolo al tema della dote (Il circuito femminile della ricchezza a Verona tra basso medioevo ed età moderna doti ed eredità-secoli XV-XVIII), una delle leve fondamentali su cui poggiava l’autonomia della donna in età premoderna, ma il suo ruolo resta distante dal palcoscenico politico…La capacità di gestire beni in prima persona dalle stesse donne, come citato, non accade ovunque?
Il caso veneziano, e quindi anche in parte veneto, è noto costituiscono un’eccezione in campo europeo ed anche all’interno degli antichi stati della penisola italiana. La gender history sottolinea l’importanza accanto ad una storia politico istituzionale forte che vede come protagoniste figure maschili una storia privata contrapposta a quella pubblica con al centro generalmente le donne: questa storia basata sulla costruzione di una rete di relazioni non ha un peso inferiore a quella pubblica politico/istituzionale e proprio in questi ultimi tempi grazie a recenti posizioni storiografiche internazionali cominciamo a conoscerne il peso.
-Pensi che si possano scrivere storie come queste per altre città italiane?
Certo è possibile anche per altre città scrivere storie analoghe a questa anche se il lavoro storico deve essere in gran parte compiuto.
-Come giudichi la posizione della donna nel mondo di oggi? Quali difficoltà incontra una donna nel mondo universitario?
I passi compiuti dalla donna in questi ultimi anni in tutti i campi sono notevoli; forse la società italiana non ha ancora espresso un adeguamento alla nuova cultura, adeguamento che invece altre società del mondo occidentale hanno manifestato in modo più maturo. All’interno del mondo universitario alcune Facoltà sono dominate da figure maschili, altre invece rivelano un andamento più equilibrato anche se in linea di massima sono le posizioni non di vertice ad essere occupata dalle donne. Va però sottolineato come tutto sia in questi ultimi tempi in movimento.
- Che cosa pensi che bisogna cambiare? Come?
Con questo libro dedicato alle mie studentesse ho voluto insegnare loro che non esistono percorsi facile o scorciatoie né oggi come non lo era in passato e che solo l’impegno ed una seria professionalità possono aiutare le donne a conquistare quegli spazi che è giusto loro possano occupare.
-Quale è la tua genealogia femminile cioè quali donne ti hanno ispirato?
Veramente sono i valori che mi ha trasmesso mio padre di serietà ed impegno ad ispirarmi costantemente, valori comunque che mia madre ha sempre permesso e contribuito affinché si esprimessero in modo pieno nella nostra famiglia.
- Che cosa significa per te scrivere?
Amo il mio lavoro, la ricerca e lo studio: scrivere è trasmettere alle generazioni future quello che ho accumulato nel tempo con gioia e sacrificio.
- Che cos’è per te l’infinito?
I bianchi ghiacciai delle montagne più alte dove l’infinito è sfiorato dalla mano di Dio.
Fausta Genziana Le Piane