Murano: le Glass Factory dove si cuoce il vetro
Murano: le Glass Factory dove si cuoce il vetro
Murano è nota in tutto il mondo per la lavorazione del vetro e per la realizzazione delle murine: vi sono diversi laboratori di Glass Factory che hanno ancora un grande valore artistico, artigianale e anche naturalmente commerciale. Il vetro è per Murano il suo tesoro, le fabbrichette sono state trasferite in quell'isola perché fossero mantenute segretate, protette dalla curiosità e dai pericoli di guerre e battaglie e ha funzionato.

La tradizione dei Maestri Vetrai è quella di una professione per cui serve una vita intera per imparare a lavorare bene: i materiali e i colori delle realizzazioni sono dei più vari, l'aspetto delle singole opere è sempre artigianale, anche se attualmente il commercio impone grandissima competitività col prodotto industriale, l'oggetto artigianale resta originale e più bello.

La Glass Factory dove c'è uno dei forni di cottura, che presenta la lavorazione, qui descritta, è la Xe Vero, un museo show room con negozio e laboratorio e giardino dove si possono anche comprare i prodotti finiti, dove c'è una guida che spiega come funziona il procedimento, ma vi sono molte altre aziende del genere, tutti i laboratori possono organizzare presentazioni guidate su prenotazione.

In realtà il procedimento non è velocissimo: il vetro è formato da silice, che nel passaggio tra lo stato liquido e quello solido ad elevate temperature, diventa morbido e malleabile permettendo al vetraio di plasmarlo per creare opere uniche e inimitabili.
Con il sodio è possibile rendere la superficie di vetro opaco, oppure con il nitrato ed arsenico si possono eliminare le bolle.

Il prodotto viene elaborato nella preparazione della pasta vitrea in fusione a 1500°C e nella selezione delle polveri per la colorazione. Le polveri per la colorazione non sono gestibili al 100% motivo per cui i pezzi sono tutti unici.

La pasta vitrea esce dal forno molle e incandescente chiamata “bolo”, viene prelevata dal crogiolo con la canna da soffio; con quest’ultima l’artigiano inizia a modellare la pasta con dei rapidi movimenti e soffiandoci all’interno crea superfici voluminose.

L’oggetto decorato viene successivamente sottoposto ad un ciclo termico che non supera i 500 °C, in questo modo il vetro applicato a pennello, rammollendo, aderisce in maniera permanente alla superficie del vetro di supporto. Se non fosse gestito in questo modo esploderebbe, sicché viene adagiato per molte ore in un lungo forno di raffreddamento chiamato “tempera” infine viene molato e perfezionato. MC
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