La vicenda di Nina Moric lascia basiti: sembra impossibile che esistano persone in grado di affrontare situazioni limite, come quelle tra la modella e la famiglia Favoloso, in TV.
Non è la prima volta che ci troviamo a fare i conti con situazioni pesanti discusse in mezzo ai VIP, vedasi il caso di Morgan e dello sfratto.
La sensazione è che questa TV stia svolgendo un compito educativo nel portare in pari la società.
Si pensi anche al caso di Mark Caltagirone, il tipo fake lover che avrebbe trovato spazio grazie alla mente di Pamela Prati e della sua agenzia pubblicitaria.
Viviamo in un mondo in cui lo sconosciuto può svuotarsi il nostro conto corrente, se siamo poco sveglie e pronte; il femminicidio e il maschicidio sono da rivedere come dinamiche intricate nel mondo delle depressioni, dei farmaci, dello stress e delle droghe.
La questione Moric però serve anche a mostrare il Lato B della violenza: che ci sia stata o meno violenza lo stabilirà il Tribunale, ma le donne che si trovassero ad avere abusi sono innanzitutto messe alla gogna e non credute, trovano di fronte il muro di gomma della famiglia dell'ex e poi la società civile che si schiera, gli amici se ne vanno, il lavoro se ne va.
La paura di perdere l'affidamento del figlio, è emersa ieri sera, di fronte alla perizia sommaria televisiva: le foto della violenza non sono quelle giuste, sono quelle di una liposuzione. Si tratta di uno scambio voluto dalla Moric o di un suo grave errore?
La presuzione di innocenza di lui, la presunzione di sincerità di lei, con le foto false, si sono invertite, nella mente della comunità sociale che - in ogni caso - ha ormai già assolto Luigi Favoloso, anche se risultasse invece colpevole.
Si spera che - di fronte a tanta disinvoltura nell'ammazzare la voce di Nina Moric vi sia - almeno - una fondata certezza che le violenze di Favoloso furono sommarie e non così pesanti come dice la ragazza, perché si tratta di una vera e propria esecuzione in diretta a LIVE "Non è la d'Urso". Giusta? Anche no .. portare foto sbagliate danneggia l'accusa, ma può essere il frutto di una decisione di impulso in stato di bisogno. Non siamo nella Legislazione americana, mentire su un particolare non inficia il quadro generale di imputazione, sia chiaro. Siamo in Italia. (MC).