L'Italia ha dei problemi relativamente alla coerenza ideologica. Detto così sembra una cosa ovvia, ma oggi parliamo di animali domestici, cani e gatti principalmente. Parallelamente alle campagne contro l'abbandono dei cani in autostrada prima delle vacanze, insieme alle campagne per la sensibilizzazione al trasporto dei cuccioli in automobile, nonché con il favore del codice della strada, che finalmente ammette che si trasportino cuccioli in misura di uno, sul sedile posteriore o se di più in una zona apposita (ma raramente accade) protetta da grata, ecco che dall'altra parte si trova un muro difficile da abbattere, che è quello della gestione delle spiagge e dei lidi.
Se le strutture come pensioni, hotel, alberghi e camping si stanno aggiornando per consentire uno spazio anche per gli animali, aprendo alla possibilità di portare in vacanza il cane, in altre parole, lo stesso non stanno facendo i gestori di lidi e di spiagge.
Per una comodità relativa alla pulizia, cioè per colpa dei maleducati che non raccolgono i bisognini dei propri animali e per la paura che essi diventino un pericolo per sedicenti clienti nervosi, lidi e spiagge aumentano il divieto di portare gli animali in spiaggia.
E' incredibile che con il miglioramento delle leggi in fatto di protezione animali, di contro, ci sia una tale incoerenza. Negli anni '50 sarebbe stato impensabile non poter portare in spiaggia il pallone, la paletta e il secchiello, il surf, il proprio cane. Ora, che siamo negli anni duemila, pare che il turista debba essere una persona che siede al suo posto e rimane fermo sulla sdraio collegato a internet con il wi-fi.
Cambieranno anche le mode, certo, ma che il divieto di portare gli animali nei lidi e nelle spiagge diventi la normalità resta un fatto anomalo e tutto sommato pesantemente fuori dal tempo. Quando ci sarà una logica funzionale alle necessità delle persone, in Italia? (MC).