Parkour: lo sport in città
Parkour: lo sport in città
Lo sport metropolitano resta uno degli elementi che più facilmente si dimentica nella quotidiana fretta di fare, di dire, di seguire impegni e appuntamenti. Con la complicità della crisi economica, poi, abbonarsi a corsi, palestre e fitness per molti è diventato un costo di troppo.

Eppure la generazione condominio, figlia di chi è stato figlio a sua volta di una generazione condominiale, sa gestire il suo tempo e il suo spazio con maggiore autonomia e libertà, reiventandosi la città in modo gradevole.
Ci riferiamo cioè ai tipici e classici newyorkesi, che per necessità, più che per virtù, hanno inventato le tendenze delle più varie per passare il tempo libero in modo alternativo ma anche salutare.
Diversamente da cinesi e giapponesi, che usano prevalentemente tecniche sportive tradizionali, abbinate alla bicicletta e agli sport nazionali, gli americani restano dei giocherelloni.

La nuova tendenza in fatto di sport, cugina dei nostri "percorsi salute" italiani, si chiama "Parkour" e si traduce in giochi per il parco e il passeggio. Panchine e assi, reti e marciapiedi, ostacoli naturali diventano delle pedane o delle basi per fare muscoli, esercizi, step e passi. Esercizi per saltare o per correre, per fare acrobazie o per giocare allo sport, insomma si ritorna alla naturalezza, dopo aver imparato a "non fare gli sciocchini" per non cadere.

Diseducativo? Pericoloso? Difficile dare una valutazione, di certo istintivo, umano, naturale, se poi questo non piacesse, può anche non interessare ai Pakourers, che continueranno a fare esercizio come preferiscono.
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