Come si libera la mente? Meditando!
Lo yoga prepara la mente inspirando e espirando a fondo e lentamente, per respirare il prana. “Il soffio vitale” che influisce nel microcosmo individuale e nel microcosmo dell’Universo.
Formatosi in India più di 2.000 anni fa, lo yoga è il metodo di meditazione che più convoilge la corporeità nel cammino spirituale.
Secondo la meditazione esicasta ortodossa inspirando e pronunciando mentalmente l’invocazione”Signore Gesù Cristo, Figlio di Dio”, poi espirando si chiede, sempre silenziosamente.”Abbi pietà di me, peccatore”. Dopodiché si ricomincia, spiega padre Dimitri Fantini,della chiesa ortodossa russa di Milano.
“Questa preghiera di Gesù,come è chiamata, andrebbe recitata da soli, nella penombra di una stanzetta quiete e silenziosa…”A poco a poco il nostro cuore si inonderà di una pace celestiale,ma attenzione se ciò non succede è dovuto al parere negativo dato da Dio che non ci offre il suo dono di fede, è solo la Grazia di Dio che ci offre la serenità.
La prima religione che usò la meditazione come pratica spirituale e religiosa fu l’induismo, prima del II millennio avanti Cristo.
Nel cattolicesimo la meditazione igaziana si prega per dialogare con Dio, fino a capire il senso della propria vita. Gli esercizi di San Iganzio fondatore dell’ordine dei gesuiti hanno trasformato la spiritualità cattolica afferma padre Andrea Dall’Asta, gesuita del Centro Culturale S.Fedele di Milano.In un luogo appartato un accompagnatore spirituale legge un episodio del vangelo e alcuni sono chiamati a rappresentarsi la scena,devono interagire con i personaggi evangelici. Alla fine la meditazione si trasforma in un dialogo,una preghiera collettiva a Gesù.
Nell’Islam la meditazione sufi è formata dai discepoli formano un cerchio introno ad un maestro, in piedi e tenendosi per mano, chinano in avanti il busto, pronunciano l’invocazione lailaha illa Allah(“non c’è altro dio all’infuori di Dio”). Poi si rizzano riprendendo fiato e ripetono la stessa invocazione con cadenza accelerata e voce più potente. Fr ai riti del sufi si annoverano musiche e danze, come quelle rotatorie dei famosi dervisci. Ma la pratica d’eccellenza rimane il dhikl , che può essere pronunciato in solitudine e mentalmente da un discepolo, dopo che un maestro gli ha trasmesso per via iniziatica modalità di esecuzione adatte a lui.
Buddismo e meditazione consapevole.
Per Hayim Vital la meditzione Kabbalistica si pratica “trascendendo il mondo fisico, come se l’anima ascendesse al cielo”, essa serve per superare la sofferenza che accompagna l’uomo come un ombra. Sedere con la schiena eretta e le gambe incrociate, e coltivare la consapevolezza del proprio respiro. Il proposito è di calmare la mente, ridurre le emozioni nocive e diventare pienamente consapevoli del flusso della realtà che compone il sé e il mondo.
E poi si sa bene che la meditazione agisce sul nostro metabolismo, ritmo cardiaco, pressione arteriosa e respirazione.
Che cosa aspettiamo allora ?Meditiamo!