Oggi ti ho rivisto, tu che hai assistito a tutti i miei passi da quando sono nata.
E' difficile incontrarsi, le nostre vite sono diverse,
non si incontrano, nè si scontrano.
Viaggiano parallele ed è arduo farle incrociare, anche se per poco.
Stamattina ci siamo riuscite, io ti ho aspettata a lungo,
credevo non venissi più,
credevo che uno dei suoi tanti impegni ti avesse inghiottita
e già immaginavo le tue scuse,
la tua aria distratta e sfuggente che cercava di minimizzare.
E invece, sei arrivata.
Ti ho riconosciuta da lontano,
dalla tua camminata veloce e sicura.
Ti ho chiamata e mentre mi avvicinavo
la tua figura non era più nitida, ma, al contrario, si sbiadiva.
Mi chiedevo dove fosse il tuo sorriso luminoso, i tuoi occhi magnetici e brillanti,
che da bambina a volte mi avevano messo in soggezione.
Tutto ciò che di te mi ricordavo e mi affascinava non c'era.
Forse avevo ragione, forse tu a quell'appuntamento non sei venuta.
Ho parlato con la tua controfigura, con qualcuno che sì, ti assomiglia,
ma non ha il tuo carisma, il tuo entusiasmo, la tua vitalità.
Ho provato tenerezza per te, e mai avrei pensato di farlo,
ed ora che ti penso sono triste.
So che sei malata,
so che le medicine che prendi ti offuscano i pensieri,
ma ciò che più mi dispiace è che nessuno ti aiuta,
nessuno ti capisce.
Tuo marito e i tuoi figli non ti sorreggono,
si aspettano che sia tu a sorreggere loro
e tua sorella perde tutto il suo tempo ad invidiarti.
Ti stai perdendo nell'indifferenza altrui,
nell'insofferenza se ti vedono barcollare,
chiedere aiuto.
Io ci sono, ma so che non ti basta.
E allora, spero sempre che tu possa trovare la forza
di ribellarti e far sentire la tua voce.